Centovetrine e Solo per amore: Tv Soap intervista LUCA BIAGINI
In occasione dell'ultima puntata di Solo per amore (e sperando che di questa fiction venga realizzata la seconda stagione), intervistiamo il notissimo attore Luca Biagini, che è stato uno dei protagonisti della serie e che il pubblico del daytime conosce bene per il lungo ruolo interpretato negli anni a Centovetrine: quello di Edoardo Della Rocca. Proprio nella soap italiana, Biagini tornerà ancora una volta (sia pure come guest star) tra non troppo tempo. Ecco cosa ha dichiarato nell'incontro che abbiamo avuto con lui...
A cura di STEFANO TELESE per TvSoap.it
Siamo alla fine della fiction di Canale 5 SOLO PER AMORE e Luca Biagini ne è uno dei protagonisti. Cosa pensi del tuo personaggio?
Penso sia un personaggio molto odiato dal pubblico, ed è giusto che sia così. È un personaggio che ha una natura molto vicina al male, un male che in questo caso viene dalle istituzioni. È un personaggio che ha tante cose da nascondere e proprio su questa segretezza si basano moltissime vicende della serie, dal rapimento di Elena a tutti gli omicidi successivi.
Cosa pensi di questo prodotto?
È un prodotto che si stacca un po’ dalla fiction convenzionale a cui siamo abituati, pur avendone tutte le caratteristiche iniziali. C’è dentro un melò molto forte, che è presente in tutti i colpi di scena che avvengono. L’intreccio, la storia, la complessità giallistica delle serie fanno sì che questa fiction sia particolare. Quelli che per antonomasia dovrebbero essere i buoni sono devoti al male, e quelli che dovrebbero essere parte del mondo del male in realtà sono i più sensibili. Quindi tutto è molto complicato, ci sono apparenti contraddizioni che danno un taglio piacevole. Mi piace davvero molto l’intreccio e la scrittura.
Ti rivedremo in Centovetrine. Sei contento di questo ritorno?
Si, a dire il vero non so per quanto mi vedrete. Torneranno i figli, tornerò anche io in maniera non così forte come quando ero a pieno regime, ma sicuramente ci sarò e devo dire che mi fa veramente molto piacere perché sono affezionato ai personaggi, alla soap ed alle persone che ci lavorano. Ho tantissimi amici tra attori, troupe e sono legato tra gli altri allo stesso Daniele Carnacina.
Cosa ne pensi della situazione che sta vivendo Centovetrine?
A dirti la verità non ho seguito gli ultimi sviluppi. Mi auguro che riprenda a pieno regime, sarebbe un vero guaio per tutte le persone che ci lavorano. Verrebbe meno sicuramente una soap importante e che ha segnato tanti anni. Sarebbe una grave perdita per il mondo dello spettacolo tutto. È brutto che muoia una fiction nonostante il grande successo che ha. È un male per tutto il settore.
Quanto è importante il doppiaggio per la formazione di un attore?
In realtà io credo che sia il contrario. Il doppiaggio è frutto di una preparazione attoriale, che poi può specializzarsi appunto in doppiaggio. Si può anche nascere doppiatori, ma credo che in primis si diventi prima attori e poi doppiatori. In un secondo momento, il doppiaggio può farti crescere artisticamente, può darti la possibilità di vedere grandi attori a lavoro. È una forma di apprendimento: li scruti, li guardi, vedi i tempi che usano quando recitano.
Quali sono state le tappe fondamentali della tua carriera?
Ho tanti appuntamenti ai quali devo molte cose. Diciamo semplificando che teatralmente la formazione fiorentina è stata fondamentale. L’incontro con Giancarlo Sepe è stato importantissimo. Con lui ho fatto cose meravigliose e mi ha aperto al grande teatro. Poi sicuramente l’incontro con Stefano Marcucci, compositore di musiche per il teatro e regista, con il quale ho interpretato ruoli importanti. L’incontro con Roberto De Simone nei primi anni ’90 a Napoli. E poi, per quanto riguarda il doppiaggio, l’incontro con Mario Maldesi con cui ho iniziato a doppiare i grandi attori. Per la televisione, invece, alcuni sceneggiati con Giulio Base e sicuramente Centovetrine che mi ha dato tanta popolarità, sino ad arrivare a Ris e Solo per Amore.
Quale ruolo al cinema o nelle fiction ti piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe interpretare personaggi per così dire “buoni”. Ho sempre interpretato personaggi “cattivi”, che incarnano il male in misure e sfumature diverse. Vorrei, ad esempio essere in un poliziesco ed interpretare un commissario che ha sì una sua scorza dura, una sua anima forte, però con una parte interiore tenera e con un cuore dolce e sensibile.
Un sogno da realizzare?
Sicuramente di realizzare quello per cui sto lavorando insieme ad un giovane regista di cinema, e cioè di autoprodurre dei progetti a cui stiamo lavorando, sceneggiature e film che in parte mi riguardano ed in parte no. Un progetto ampio, realizzato con una troupe di persone che hanno un’altissima capacità personale e con i quali iniziare un processo di produzione indipendente.
Prossimi impegni per i mesi futuri?
Ho un impegno importante ma ancora non posso dirlo, perché a breve verrà ufficializzato con una conferenza stampa. Sicuramente sarà un impegno enorme e molto grande.
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