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Centovetrine: Tv Soap intervista ALESSANDRO MARIO (Marco Della Rocca)

Dopo sei anni di assenza, Centovetrine si prepara a riaccogliere tra le sue fila un attore molto amato dal pubblico e che ha lasciato senza dubbio un segno profondo nella storia della soap: Alessandro Mario.

Nel corso della prossima stagione (precisamente quando saremo già nel 2015), dunque, l'interprete agrigentino tornerà ad interpretare Marco Della Rocca e noi ne abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande sul suo personaggio (compreso qualche dettaglio sui futuri sviluppi) ma anche sulla sua attività artistica. Ecco quello che Alessandro ci ha raccontato...

Alessandro Mario torna a Centovetrine dopo sei anni. E anche Marco Della Rocca torna a Torino dopo sei anni. L'avevamo salutato nel 2008 vicino a una fontana di Lugano, finalmente felice e in pace con l'amore e con la vita… Cos'è cambiato nella sua vita per riportarlo "nell'arena", e quali saranno - da buon ingegnere - i motori propulsivi delle sue storie?

Il ritorno di Marco sarà travolgente proprio perché era partito. A volte le partenze rafforzano i ritorni, così succede nelle passioni della vita, dove l’assenza può immalinconire, ma la fiamma che ritorna ti sorprende all’improvviso, quando ormai non te l’aspettavi più. E stupire è nella natura di Marco Della Rocca. Lui ritornerà perchè è molto ambizioso e perché tiene troppo a qualcosa che non può andare perduto.

Invece i motori propulsivi di Alessandro Mario oggi quali sono? Cosa cerchi nella recitazione e cosa nella vita?

Recitare per me vuol dire creare qualcosa per gli altri, far fruttare un piccolo talento che Dio mi ha dato, comunicare col mondo, liberare la parte più profonda di me.

Sei stato in America due volte, dopo la laurea in lettere e dopo Centovetrine, in momenti molto diversi della tua vita. Che cos'hanno significato quei due soggiorni per te, e cosa ti sei portato via nelle diverse occasioni dal continente americano?

L’America è energia. Ogni volta sono tornato in Europa sentendo quella terra lontana un pò mia. Un regista che amo molto, Milos Forman, ha detto: ‘Ogni artista europeo ha due patrie: la propria e l’America’. Cosa aggiungere di più?

In America hai girato il film "No god, no master" di Terry Green, uscito nelle sale negli scorsi mesi, in cui interpreti Bartolomeo Vanzetti, il personaggio che nel film di Montaldo del '71, Sacco e Vanzetti, fu di Gian Maria Volontè. Il paragone ti ha preoccupato, ti sei basato sul primo film per prepararlo, o si tratta di due opere totalmente distinte?

I due film sono diversi ma hanno in comune soprattutto la scena in tribunale in cui Vanzetti, condannato a morte ingiustamente, dichiara la sua innocenza. Montaldo ha raccontato che Volontè inizialmente avrebbe voluto recitare la scena in Inglese, perchè così il vero Vanzetti pronunziò le sue parole, in un Inglese elegante, essendo sì un immigrato e un pescivendolo, ma di grande sensibiltà e cultura. Volontè provò a lungo, ma poi rinunziò e lo fece in Italiano, poichè da attore immenso quale era, capì che non avrebbe potuto rendere certe emozioni forti in una lingua a lui quasi sconosciuta. Quindi, nel mio piccolo e in tutta umiltà, io ho forse realizzato l’idea iniziale di Gian Maria Volontè. Detto questo, sono andato in una direzione diversa e qualsiasi paragone con lui è improponibile. Il mio lavoro è semplicemente quello di un buon allievo che dedica ciò che ha fatto al suo irraggiungibile maestro.

Vedremo in Italia il film? Ci sarà una distribuzione?

La Monterey Media ha acquisito i diritti per gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa, quindi il film dovrebbe uscire anche da noi. Io comunque già adesso sono grato per questa perla straordinaria della mia vita e della mia carriera. Essere uscito nei cinema americani, in locandina al fianco a un candidato all’Oscar, in un ruolo così significativo, è già un dono prezioso per cui dire semplicemente grazie.

A proposito di Italia, dal 26 novembre sarai in scena al teatro Eliseo a Roma con "Vi presento John Doe", che a prima vista sembra una crasi tra "Vi presento Joe Black" e la "Trapassati inc.". È di questo che si tratta? Sarà una commedia o un testo drammatico? E' prevista una tournée?

Sarà una commedia romantica basata sul fumetto creato da Roberto Recchioni, lo sceneggiatore e curatore di Dylan Dog, che ne ha scritto il soggetto. La tematica dell’uomo che arriva dall’aldilà è la stessa che ha ispirato La morte in vacanza e Vi presento Joe Black, ma sarà uno spettacolo originale. E’ prodotto e diretto da Francesco Bellomo e quest’anno sarà un’esclusiva dell’Eliseo. In futuro, compatibilmente con gli impegni di tutti noi, si potrà parlare anche di una tournèe.

Tornando a Centovetrine, uno dei motivi per cui il ritorno di Marco Della Rocca, il tuo personaggio, è più atteso, è il cospicuo "background" che condivide con Ettore Ferri (interpretato da Roberto Alpi): Marco ha perso la prima fidanzata Patrizia a causa di Ettore, ne ha amato perdutamente la figlia Anita e poi ne ha sposato l'ex moglie Marina, allevandone perfino il figlio Pietro… Ora che siete a Torino contemporaneamente, le vostre strade si incroceranno?

Certo che sì. E il pubblico potrà vederci per la prima volta insieme in scena. Non voglio rivelare nulla, perché si tratterà di un incontro veramente storico per Centovetrine ed è giusto che il pubblico ne goda pienamente la sorpresa. Marco ed Ettore saranno nemici o alleati nella prossima stagione di Centovetrine? Questo è veramente top secret... (sorride)

L'altra metà del cielo, le donne: i rapporti più importanti per Marco sono stati quelli con Anita (Daniela Fazzolari, poi tornata nel cast nel ruolo della sorella Diana), Asia (Mirca Viola) e Marina (Raffaella Bergé). Che cosa ha significato ciascuno di questi amori e con quale delle tre interpreti ti piacerebbe lavorare ancora a Centovetrine, se fosse possibile?

Bisogna ammettere che la vita di Marco Della Rocca è stata costellata da incontri con donne meravigliose, eh? Questi amori gli hanno fatto battere forte il cuore, ognuno in modo diverso, rendendo la trama di Centovetrine romantica e coinvolgente e incollando allo schermo milioni di telespettatori. Provo molto affetto per le tutte e tre le mie colleghe con le quali ho lavorato benissimo e lavorerei ancora e mi chiedo anch’io se un giorno o l’altro Marco si troverà davanti un antico amore... o se forse il volto dell’amore per lui avrà un profilo nuovo e sconosciuto... Diciamo che sono pronto ad ogni alternativa, purché ci sia grande sentimento!

Quando pensi a "Marco Della Rocca 1.0", se così si può dire, che scena iconica ti viene in mente? E quando pensi al Marco futuro, cosa immagini?

Del primo Marco mi viene in mente la scena con Anita sotto la pioggia o quel momento struggente in montagna, quando lui le si sdraia accanto e vorrebbe andarsene via con lei... Marco futuro è dentro di me. Lo costruisco insieme agli autori e insieme agli altri sul set. A volte arriva un elettricista e sposta una luce, creando per caso un’ombra su una sedia e a me viene in mente un pensiero, un ricordo. E mi lascio andare all’inconscio, che è più bravo di me.

Sei di Agrigento, ma l'hai lasciata molto giovane per studiare e lavorare prima a Roma e poi all'estero. E' stata un'evoluzione serena o vivi un rapporto di amore-odio con la tua città? E nel tempo com'è cambiato il tuo rapporto con essa?

Amo la mia città e non è rimasto più nulla di quei conflitti giovanili che uno si porta sulle spalle quando crede di soffrire e vuole andarsene lontano. C’è una poesia di Pirandello che si chiama ‘Ritorno’ e parla di Agrigento. Parla di un sentiero tra gli ulivi e dice: ‘Te sempre vedo, da lontano’. Ecco, è tutto lì, nella lealtà di quelle strade.

Sei laureato in lettere, e per un periodo hai anche insegnato: che rapporto hai coi media e con la parola in generale? Ti "basta" la recitazione o senti il desiderio di esprimerti anche in altro modo?

Mi piace molto leggere e scrivere, scrivo sceneggiature, in Italiano e in Inglese, scrivo molto quando preparo un personaggio, scrivo il mio diario. C’è un progetto per un altro film con gli amici americani ma ci vorrà del tempo. Adesso ho soprattutto voglia di recitare.

Sei amatissimo dal pubblico femminile e rientri in una soap opera, quindi la domanda è d'obbligo: che ruolo ha l'amore nella tua vita e come definiresti il tuo status sentimentale oggi?

Amore oggi per me significa amore maturo, famiglia e figli. Ci sto arrivando, ma non sono ancora là. Oggi sono single, spero di arrivarci nel prossimo futuro.

Ringraziamo Alessandro Mario per la disponibilità e vi ricordiamo che lo ritroveremo sui teleschermi di Canale 5 nel 2015, per il grande ritorno a Centovetrine del suo Marco Della Rocca.

Per l'intervista si ringrazia MIA Press

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© TvSoap.it - Riproduzione vietata. Si ringraziano Giuseppe Starvaggi e Danilo Carli per la collaborazione alle domande.

(Pubblicato il 7 luglio 2014)


 


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