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Centovetrine: Tv Soap intervista LINDA COLLINI (seconda parte)

Ecco la seconda parte della nostra intervista a Linda Collini, l'amatissima interprete di Cecilia Castelli in Centovetrine. Nel ringraziare l'attrice per il tempo che ci ha concesso, vi ricordiamo che potete leggere (o rileggere) la prima parte dell'intervista CLICCANDO QUI.

A cura di Carla per TvSoap.it

Pensa alla prima scena in assoluto che hai girato a San Giusto: cosa ricordi di quel giorno?

La prima scena è stata con Corrado Braschi: parlavamo di suo figlio, di Riccardo. Mi ricordo tanta tensione da parte mia - era la prima volta che mi mettevo in gioco come attrice – ma anche tanta disponibilità. La regista con cui ho girato il primo blocco era Pepi Romagnoli e mi ricordo che mi diede tutte le indicazioni: prova a farla così, colà… E c’era pure uno schiaffo in accappatoio arancione da dare! E un’altra scena con la camicia bianca… Tutto in quel filone: il primo bacio e il primo schiaffo… ostacoli enormi da superare, attorialmente parlando. Ma mi ricordo un bell’ambiente. Io ero tesa ma intorno a me c’era tanta disponibilità e io la sentivo.

Cosa pensi che abbiano visto in te per sceglierti al provino?

(sorride) Forse hanno visto Cecilia. Io penso che quando fanno i provini loro abbiano in mente chi vogliono per quel ruolo, la tipologia di attore e il modo di approcciarsi al copione adatti a quel personaggio. E quindi, quando mi hanno scelta, forse hanno visto “quella” Cecilia, la Cecilia di allora. Che poi ha avuto tante mutazioni, e in quello spero di avere qualche merito (sorride).

E tu cosa sapevi e cosa pensavi di Centovetrine, allora? Cos’era per te?

Dal momento del provino ho riiniziato a guardare Centovetrine, ma anche prima la vedevo. Quando studiavo, il limite della pausa era la soap. “Vedo Centovetrine e poi torno a studiare”. Quando mi hanno preso ho pensato che sarebbe stato un grande impegno e mi avrebbe portato a cambiare delle cose nella mia vita, a trasferirmi… e che era un meccanismo già fortemente collaudato, quello in cui entravo. Insomma, una bella sfida!

Dopo quattro anni cos'è Centovetrine per te?

Dopo quattro anni rappresenta una grossa fetta della mia vita: è una bella esperienza ma soprattutto una bella scuola. Mi ha portato a sapere tutto quello che so sul mio lavoro, e resta giorno dopo giorno una sfida continua. Perché Cecilia è una sfida continua e mi piace che sia così.

In questi anni, qual è stata la scena che è venuta esattamente come volevi che venisse e quella che invece vorresti proprio rigirare con le capacità recitative della Linda di oggi.

La scena che è venuta come la volevo… - ti parlo di cose andate in onda ultimamente,  perché in quattro anni ne giri veramente tante - tre sono le scene che ho a cuore, tutte legate allo stesso momento. La scena con Zeno al matrimonio, che poi purtroppo hanno tagliato: volevo che venisse esattamente così, l’abbiamo girata così e metà erano cose nostre che abbiamo inserito per girarla così… e anche l’ultimo addio, quando lui le dice che va a Montpelier. Altra scena, quella con Jgor al matrimonio, quella del bacio fuori dalla villa, perché c’è tutta la chiave del rapporto tra Cecilia e Damiano. Quello che è stato lui per lei, i sentimenti di lei e il dispiacere di lui per lei… non per sé perché lui ha fatto la scelta giusta ed è felice, ma per lei a cui tiene. Si vede tutto questo e quando l’ho vista ho pensato “cavolo mi piace!”, ed è una cosa rara (scoppia a ridere). Il periodo che vorrei rigirare da capo a piedi è quello della sedia a rotelle. Perché era una sfida bella, però adesso la farei in maniera diversa.

Passiamo al capitolo romantico. Ti ricordi il primo incontro con Jgor? Cosa pensi abbia pensato di te?

Cosa abbia pensato è un mistero… che lui tiene a far rimanere tale!

Da uno a dieci quant'era "apprezzabile" Jgor in alta uniforme al matrimonio?

Da uno a dieci direi che era molto apprezzabile, poi forse io sono un po’ di parte, ma era molto apprezzabile… (sorride)

Fino a un certo punto amare è divertirsi, poi diventa costruire. Ti riconosci in questa affermazione?

Sì. Però aggiungerei che costruire amandosi e continuando a divertirsi è ancora più bello. Perché è quello poi che ti porta avanti. E che sia ancora così dopo quasi tre anni è ancora più bello.

Juventus o Fiorentina… Ma tu in campionato che squadra tifi?

Devo dire Juventus. Altrimenti non vivo non solo a casa mia ma nemmeno a casa dei miei genitori. Mia madre si è fatta la tessera del tifoso, per dirti! Poi ovviamente ho un cognato e una sorella della Fiorentina, ma dico sempre che sono Juventina per conduzione, a forza di stare accanto a qualcuno che tiene così tanto alla Juve… diventi Juventina!

In Centovetrine Cecilia si è trovata a dover scegliere tra due tipi diversi di amore, ha sbarellato un po' e poi ha scelto la sorella. Tu al posto di Serena cos'avresti fatto? Si può perdonare un sentimento?

Al posto di Serena? Esattamente la stessa cosa. All’inizio avrei dato di matto. Anche lei poi si è trovata a scegliere tra un amore grande e un amore altrettanto grande per la sorella, con la relativa delusione… non la si può biasimare. Si può perdonare un sentimento se la persona fa la scelta che ha fatto Cecilia, che alla fine era biasimabile ma anche perdonabile perché ha fatto la scelta giusta, ha scelto la sorella… era questo che cercava di far capire a Serena.

In futuro le vedremo ancora assieme?

Sì, sta arrivando un periodo di confronti bellissimi tra Serena e Cecilia, con parecchie scene assieme e un "triangolo benevolo" tutto da gustare (sorride).

Esercizio di stile: descrivi le avventure di Cecilia in qualche riga senza usare verbi.

Riccardo e la sedia a rotelle: la follia dell’ingenuità.

Zeno, lo chalet e gli Strip tease: una comprensibile perversione.

Ivan: una maturità precoce.

Damiano: un amore sbagliato.

L’entrata in polizia: l’avventura sperata.

Thomas: un rebus irrisolvibile.

Ora senza usare sostantivi.

Riccardo e la sedia a rotelle: crescere inconsapevolmente.

Zeno, lo chalet e gli strip tease: cercare e scoprire (anche perché lì parte il rapporto con la sorella).

Ivan: soffrire maturando.

Damiano e il matrimonio: amare e sbagliare.

L’entrata in polizia: finalmente capire.

Thomas: sapersi fermare.

Il trucco e il parrucco sono una barriera tra Linda e gli altri o uno dei mattoni che costituiscono Cecilia?

Né gli uni né gli altri. Forse sono uno degli strumenti che mi consentono di diventare Cecilia. In fondo anche quando sono Linda sono io, sia che sia imparruccata o no! (ride). A volte poi un attore si maschera, e della maschera fanno parte anche trucco e parrucco.

Sei sul set a girare una scena. Fatta 100 la riuscita di quella scena, quanto contano in percentuale le parole, la regia, il feeling col partner, quanto hai studiato la parte e come ti gira in quel momento?

Direi che è tutto importante quindi sarei tentata di dire tutto uguale tranne il “come mi gira” che non deve contare nulla. Direi: le parole il 20%, la regia il 30%, quanto ho studiato il 20%, il feeling il 25% e quanto mi gira il 5%.

A proposito di feeling, due parole per ciascuno dei partner di Cecilia:

Etrusco: ingenuità, ero all’inizio.

Vado: divertimento e maturità. Con lui sono maturata.

Genuardi: mi ha trasmesso esperienza, professionalità.

Giorgi: tranquillità e consapevolezza di me stessa e del personaggio. Trasmetteva tranquillità nel modo di fare.

Barbazza: naturalezza. Credo di aver conquistato un gradino in più grazie a lui, nel modo di recitare.

Sempre a proposito di feeling: chi ha visto recitare insieme "Serena" e "Cecilia" ha notato un catalizzatore di emozioni, a volte anche di "lacrime". È perché sia tu che la Zanier avete sorelle? Avete portato qualcosa di vostro o avete creato qualcosa di diverso? Si dice che andiate molto d'accordo per quanto diverse. Ti riconosci in questa descrizione?

È vero: abbiamo un bel rapporto ed è spontaneo. Nel senso che andiamo d’accordo non solo perché lavoriamo assieme ed è giusto così, non è per necessità ma è una cosa spontanea, naturale. Centovetrine è stata per entrambe la prima grande vera esperienza, e l’abbiamo vissuta assieme, insieme abbiamo superato tanti scogli, sia a livello professionale che personale, perché tutte e due vivevamo da sole, lontano dagli affetti… e tante piccole cose le abbiamo vissute insieme.
È stato bello perché per gran parte del tempo a San Giusto lei è stata la mia famiglia, un grosso punto di riferimento, come spero di essere stata io per lei. E forse la nostra diversità è la nostra forza. Noi siamo simili nelle cose importanti, nei valori che ci hanno trasmesso… e diverse nell’esuberanza, nel modo di arrivare alle persone. Un bel mix che mi piace sia visivamente che mentalmente parlando (sorride). Sara poi è straordinaria anche perché è molto solare, sempre col sorriso pronto e trasmette una bella carica, e forse anche per questo abbiamo costruito un rapporto che non è quello tra due sorelle, perché io ho le mie e lei la sua, ma tale da rendere bello il trovarci a lavorare assieme.
Non c’è una scena fatta da me e lei, soprattutto negli ultimi due anni, in cui non ce la siamo goduta… sia che una rida sia che pianga sul set… sei contenta, per il rapporto che c’è.

Com'è cambiato, se è cambiato, il tuo modo di relazionarti al tuo lavoro e al tuo personaggio quando sono venuti a "mancare" i genitori "soappistici", ovvero prima Alberto (Lorenzo Majnoni) e poi Rossana (Vertova)?

La morte di Alberto fa parte ancora dell’inizio, l’ho vissuta attorialmente come un ostacolo da superare (scoppia a ridere). Ma porca miseria, ero entrata allora… riportare sullo schermo un dolore che io grazie al cielo non ho provato era enormemente difficile,  un ostacolo! La morte di Rossana è stata uno sconvolgimento forte… ma soprattutto una sfida talmente grande che quando l’ho superata mi sono vista crescere professionalmente. Mi ha tirato fuori emozioni che per ingenuità e inesperienza a mio avviso non avevo tirato fuori all’epoca della morte di Alberto… se rivedo quelle scene mi metto le mani nei capelli!

Come ti relazioni ai commenti sul tuo lavoro e sul tuo personaggio? Li leggi? Sei severa con te stessa?

Sì molto, per esempio quando all’inizio mi chiamavano "scopina secca" (scoppia a ridere, poi torna seria)… i commenti sono importanti. Il nostro lavoro è costruito su come tu arrivi alle persone, e molti vostri commenti sono stati importanti per crescere e per cambiare. Se io vedo commenti positivi sono ovviamente felice anche se non sono esaustivi, perché io sono fortemente critica. Non è che apro internet, leggo commenti positivi e penso "sono piaciuta in queste scene… ok, perfetto". Dietro c’è sempre un lavoro da fare e i commenti negativi sono importanti perché devi cercare di costruirci sopra e trasformarli in positivo anche se (sorride) ovviamente quando li leggi e vedi che non sono positivi non è che ne sei felice!

43 Hai dichiarato che ti piacerebbe partecipare a Ballando con le stelle, quindi domanda di ballo. Con quale degli attori di Centovetrine ti lanceresti…

In un valzer?

Roberto Alpi.

In un bogie bogie?

Pietro Genuardi.

In una salsa?

Max Vado che non so se la sa ballare ma è uguale, gliela insegniamo!

In un charleston?

Aron Marzetti.

In un tango?

Jgor. Anche perché volevo prendere lezioni di tango ma mi ha riso in viso (ride). Poi è il ballo passionale per eccellenza quindi non potrei dire altri che lui.

Metti un Natale a teatro. Un impresario sull'orlo di una crisi di nervi ti affida il suo teatro per la sera di Natale con budget illimitato. Metti in scena quello che ti pare e chiama chi ti pare ma non lo scocciare e fai una cosa bella. Per uno strano caso tutti gli altri teatri d'Italia quella sera saranno in vacanza, quindi hai a disposizione tutti i tuoi colleghi (ed ex). Che testo/storia da adattare scegli, chi chiami e che ruolo riservi a te stessa?

Partiamo con una commedia, perché a Natale è bello ridere, anzi sorridere. Anche pensando. Adoro Shakespeare e quindi non posso esularne… e quindi direi “Molto rumore per nulla”, che per me ha anche un significato speciale, soprattutto nella versione che ne ha tratto Kenneth Branagh. Mi ricordo che quel film era in una videocassetta di quelle che mio padre prendeva coi giornali… ed è stato uno degli input che poi mi hanno portato a studiare recitazione, con quel testo in versi che riusciva a dare l’idea dell’attualità… perché Shakespeare è sempre attualissimo. Poi a me piace il personaggio di Beatrice, adoro Emma Thompson e quando ho fatto il corso di doppiaggio con Francesca Draghetti ho portato al saggio proprio il pezzo di Beatrice quando sclera e si accorge di amare lui, va in chiesa e rompe tutto quello che c’è…  Non ha tantissimi personaggi, però vediamo: per me tengo Beatrice.
Benedetto: scegliamo Jgor, perché mi piace la sua ironia.
Ero: la freschezza di Gaia Messerklinger.
Claudio: lo facciamo fare ad Aron Marzetti, che ha quell’aria da principe.
Don Juan: ci metto Max Vado. Perché lo adoro quando fa il personaggio buono (ridendo) ma lo adoro ancora di più quando fa il bastardello.
Il principe fratello di Juan: Renato Raimo.
Carruba: Genuardi!
La tata che scambiano per Gaia… anche se è bionda ci mettiamo Sara (Zanier).

45 E se non a teatro, qual è l'idea di Natale più bella per Linda?

In famiglia, come credo sia ovvio. Da qualche anno siccome le famiglie sono due,  ci si organizza secondo la famosa formula “Un anno per uno”... (sorride) Preparandomi ai brontolii di Jgor che non vuole aprire i regali nemmeno un secondo prima della mezzanotte!

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 10 gennaio 2013)


 


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