Tv Fiction Blog | Facebook | Beautiful | Centovetrine | Tempesta d'amore | Un posto al sole | Il segreto | Una vita | Uomini e donne | Le tre rose di Eva | Legami

 

Centovetrine: Tv Soap intervista LINDA COLLINI (prima parte)

Un regalo pre-natalizio per tutti i fan di Centovetrine: Tv Soap ha il piacere di incontrare Linda Collini, una delle interpreti più amate della fiction pomeridiana di Canale 5. Abbiamo deciso di dividere in due parti la lunga intervista che l'attrice ci ha concesso, dunque iniziamo oggi con un primo articolo a cui seguirà un successivo post nei primi giorni del nuovo anno.

A cura di Carla per TvSoap.it

Se Linda Collini non fosse nata in Toscana, cosa sarebbe cambiato nella sua vita?

Tanto, sarebbe cambiato tanto: non riesco a pensare a me stessa senza le mie origini. Io dico sempre che uno può andare avanti, cambiare città (come a noi succede a noi attori che abbiamo un lavoro nomade per natura), ma l’importante è ricordarsi sempre da dove si viene, perché le tue origini dicono chi sei. Nel mio caso… il mio nonno era fornaio, abbiamo un casale dove facciamo olio e vino, la toscanità ha sempre fatto parte della mia infanzia e di me, come la mia famiglia. Forse è qualcosa che si vede anche nel nostro modo solare di comportarci e di fare. Se non fossi nata in Toscana, la mia vita sarebbe stata diversa. E forse sarei diversa anch’io!

Descrivi Linda a quindici anni. La musica nei cd, i film nelle cassette, gli impegni al pomeriggio... e la sera cosa sognavi?

A quindici anni… me lo ricordo bene quel periodo. Ero una tipica quindicenne degli anni novanta (era il ’97) e facevo nuoto. Ero una sportiva, non una mondana, decisamente non una di quelle che si vestiva “così” ed era nel giro delle ragazzine "in" della scuola, sebbene si possa pensare il contrario visto il lavoro che faccio oggi (sorride)… Ma io stavo sempre dalla parte dei gruppetti “a latere”, mi piaceva andare bene a scuola e il mio mondo ruotava intorno allo sport.

I quindici anni hanno visto il mio sbocciare: mi sono tolta gli occhiali e ho iniziato a portare le lenti a contatto… mi ricordo i primi avvicinamenti, i primi innamoramenti… vissuti sempre con ingenuità, come dovrebbe sempre essere. A volte vedo oggi quindicenni che sono molto più grandi di come ero io allora, ancora nell’alveo della fanciullezza, dell’adolescenza, non ero un’adulta. 
Ascoltavo la musica dalle cassette… mi ricordo che l’estate in cui uscirono gli Articolo 31 con l’album 2030 mia cugina mi fece una cassetta con tutte le musiche, che si cantavano insieme a squarciagola.

I film… mi ricordo Romeo + Giulietta, uno dei primi film di Baz Luhrmann. Come protagonista c’era anche Leonardo Di Caprio - di cui eravamo tutte innamoratissime - ma soprattutto mi conquistava la regia, il come avevano girato le scene. Andavamo al cinema all’aperto, d’estate al mare a Torre del Lago, in campeggio, sentivamo le frasi da fazzoletto nel taschino e ci emozionavamo…
Al pomeriggio c’era il nuoto, e poi lo studio. Fino a 17 anni ho fatto nuoto agonistico, che voleva dire due ore e mezza di allenamenti tutti i giorni compreso il sabato.
La sera sognavo. Tanto. Sognavo storie. Sognavo di avere una bella storia d’amore come quelle che si vedono nei film. Sognavo ed ero ben felice di farlo. A quindici anni si può fare.
A 17 anni ho smesso di nuotare a livello agonistico perché l’impegno era diventato più sacrificio che divertimento, e ho iniziato a insegnare nuoto ai bambini. Ed è stata una delle esperienze più belle della mia vita, tanto che se non avessi poi fatto l’attrice, probabilmente avrei fatto quello, nella vita.
Perché vedere i bambini che dopo qualche mese (non ti parlo di settimane perché non ero cosi brava) crescevano e imparavano quello che tu gli avevi insegnato… farli combattere con la paura dell’acqua e vederli vincere… era bellissimo. E poi i bambini a me sono sempre piaciuti, mi pacificano… Poi è arrivata la maturità e ho smesso di insegnare, prima per prepararmi e poi perché ho iniziato a lavorare. Mi dispiaceva, ma non riuscivo a portare avanti entrambe le cose bene, come volevo… e non volevo farle male.

E a scuola? Qual era la materia preferita e la materia o l'insegnante che proprio non sopportavi? Da qualche parte avevo letto che a scuola eri brava e ci tenevi ad andare bene. È vero?

La materia preferita era inglese, mi è sempre piaciuta la lingua straniera. Non sopportavo… alle medie direi musica: c’era un’insegnante che non me la faceva proprio piacere (scoppia a ridere). All’università invece ho dato Storia della musica e ho scoperto che era uno degli esami più belli. E poi storia del melodramma… Alle medie invece preferivo fare educazione artistica invece di sentire all’infinito Bach o Beethoven.
Alle superiori io avevo scelto un percorso preciso, per cui più o meno tutte le materie, più che piacermi me le facevo piacere.
Andavo bene, questo sì, perché volevo andare bene. Ma sono sempre stata esigente… è un comportamento che poi mi sono ritrovata all’università dove in ogni esame ho preteso di essere preparata al massimo prima di andarlo a dare… (sorride) tranne a uno, al primo, drammaturgia… dove c’era una professoressa terribile, che seminava il terrore negli studenti. E io - che all’epoca già lavoravo per Sky a Milano – non l’avevo mai vista, non avevo mai seguito le sue lezioni… e di tutto l’esame un libro non l’avevo proprio letto perché non sapevo che fosse in programma. Mi siedo a dare l’esame e l’assistente le fa non ricordo che commento su un programma televisivo. Lei sbotta “Io odio la televisione e non la guardo!” e io ho pensato “Cominciamo bene! Speriamo non mi riconosca!”. E poi ovviamente è finita a farmi domande solo su quel libro! Però me la sono cavata (sorride) e agli esami successivi ho voluto essere preparata al massimo prima di presentarmi. 

Tornando alle superiori, gli ultimi tre anni da chimica studiavo, eccome. Non ero una di quelle che andava bene senza studiare, ero intuitiva, sì, e ho sempre avuto una buona memoria però comunque mi applicavo. Al punto che quando poi mia madre mi chiedeva “Quanto hai preso a inglese?” e io “Ho preso 10”, lei mi diceva “Hai visto che alla fine è andata bene?” E io pensavo: “E meno male – tipico intercalare toscano – con tutto quello che ho studiato!!!”
Paradossalmente alla maturità mi ero stufata, sono passata sempre col massimo però l’ho presa sportivamente, mi prendevo le pause per guardare Dawson’s Creek…

Lo sport mi ha dato anche questo, e io spero se un giorno avrò un figlio di trasmettergli questo, la disciplina. Perché sì, certamente l’hanno fatto anche i miei genitori, ma lo sport ha qualcosa in più nell’insegnarti a rispettare certe regole, certi tempi, l’impegno, la volontà… per divertirti hai altre cose. Per fare un esempio: provare una sigaretta. Tutti l’hanno fatto. Io non potevo, altrimenti poi non riuscivo a reggere in piscina… io facevo le distanze lunghe, i 400 e gli 800 metri… O quando le amiche dicevano “Andiamo a fare un giro” e io ringraziavo e andavo in piscina. Ma non è stato un peso perché poi lì ho trovato persone fantastiche che sono poi i miei attuali amici, quelli con cui cresciuta. Il gruppo storico che ora è sparso per il mondo, tra il Canada, Firenze, io che giro… però è quello per cui c’è sempre uno spaziettino nel cuore.

Finisci la scuola ed entri in azienda. Cos'hai fatto col primo stipendio?

Eeeeh (sorride). Il primo stipendio – a parte mettere da parte i soldi per comprare la macchina – lo consumi sempre in cose che all’epoca ti sembrano indispensabili e poi sono totalmente inutili! (scoppia a ridere). Però col primo lo puoi fare… avevo 19 anni!

A 21 anni arriva Miss Italia. Eri pronta per un'esperienza simile? Cosa sentivi in comune con le altre miss e in cosa trovavi differenze?

Pronta??? Noooooo che non lo ero! E in comune con le altre non avevo praticamente niente. Io sono arrivata lì per caso. O meglio, ovviamente l’ho cercata perché c’è un’iscrizione e si manda un modulo, non è che ti forzano (sorride), ma l’ho fatto perché avevo voglia di un’estate diversa, a ventun anni.
Lavoravo dalla mattina alla sera in fabbrica, nell’ufficio di produzione - che era parecchio impegnativo per la mia età - in un ambiente maschile… volevo vivermi i vent’anni con un’esperienza diversa. E per carattere soprattutto all’epoca non amavo stare al centro dell’attenzione, però mi piaceva l’idea della sfida con me stessa. Io prendo quasi tutto come una sfida con me stessa, come qualcosa da superare… e poi è diventata una valanga sempre più grande che mi ha cambiato la vita!!!

E ho un ricordo bellissimo di quel periodo, e lo dico sempre quando ne parlo anche con colleghi… anche perché io poi ho lavorato per Miss Italia, facevo le interviste alle ragazze, la famosa gavetta… in “missione speciale” a livello locale, prima alle selezioni per Miss Toscana e poi per Miss Toscana e Miss Umbria, ho passato due estati allucinanti con orari assurdi! (sorride) Presentavo le serate e facevo le interviste a latere coi genitori… ho vissuto molto quel mondo, prima da concorrente e poi lavorandoci e se ne vedono e sentono di ogni. Però io tutte le volte – se mi posso permettere perché poi i consigli lasciano il tempo che trovano – dico di prendere le cose come vengono e di godersi quello che c’è. Per me quella è stata una vacanza che mi ha portata via dal lavoro e dal mio quotidiano, che era molto ben scandito, con la pausa pranzo, l’uscita alla tot ora, il timbrare il cartellino… Mi ha portato a cambiare totalmente le prospettive e la mia vita, ma non perché mi abbia catapultata in mondo di lustrini e paillette: mi ha portato a mettere me stessa in discussione e capire che a vent’anni potevo seguire i miei sogni e provarci… che invece del senso del dovere potevo scoprire un po’ di piacere!

Il momento in cui hai dato le dimissioni e ti sei lanciata. Cosa pensavi, cosa temevi, cosa speravi, grazie a chi e nonostante chi l'hai fatto?

Paradossalmente a farmi capire che “potevo” provarci sono state proprio le persone che mi erano più vicine, ovvero i miei genitori. Non tanto spingendomi verso una carriera piuttosto che un’altra, perché mi hanno sempre lasciato libera, ma nel dirmi “Hai vent’anni, passa un treno… prendilo. Te lo puoi permettere.”
E non era da tutti, perché io all’epoca avevo un contratto a tempo indeterminato che allora contava, lavoravo in un ambiente sicuro che poteva garantirti una discreta carriera… e lo lasciavo per il nulla. Sì, avevo un contratto con uno sponsor, però non sapevo a cosa andavo incontro.

Però è stato bello come momento: un momento di rottura, da parte mia, di trasgressione… dopo aver fatto tutto in maniera molto quadrata, a un certo punto ho stravolto tutto. Ma è stato bello perché quando sono andata via dall’azienda non so se fossi cresciuta professionalmente, ma come persona sicuramente sì. Ecco forse questa era la vera differenza con le altre ragazze. Io lavoravo già, quindi quella non era l’occasione della mia vita ma un’occasione di svago rispetto alla vita che già avevo. Poi tutto quello che è venuto dopo - andare a San Benedetto, Salsomaggiore, sfilare con abiti di stilisti famosi… - era per me una cosa paradossale ma bella. Ma io mi sono presentata al primo casting con dei sandali prestati e il costume di piscina! (sorride). Mi sono tanto divertita, e quella è stata probabilmente la mia forza.

Dopo mi sono ascoltata, e mi sono detta “Cosa voglio? Studiare recitazione. Bene ho il tempo di farlo.” Così di giorno facevo la cameriera (perché ero abituata a lavorare e dovevo tenermi occupata!) e di sera andavo a Firenze a studiare recitazione. E poi mi sono trasferita a Roma, e anche lì i miei genitori mi sono sempre stati vicini. Non ho avuto persone che mi hanno detto “Ma dove vai, cosa fai…”. Sicuramente qualcuno sarà stato dubbioso, ma devo dire che anche dalla mia azienda ho avuto un grande sostegno. Sono stati i miei primi fan (sorride), e a vent’anni anche se fai tutto con una certa ingenuità è bello avere persone che ti sostengono.
Poi ovviamente ho passato tante notti insonni a pensare “Cosa sto facendo, oddio avevo un lavoro, ero tranquilla e serena con una vita organizzata e adesso è tutto stravolto!”, soprattutto quando sono andata a Roma a ventidue anni, con la mia macchinina… quella del primo stipendio!

Una curiosità: qual era il tuo ruolo in azienda?

(la voce diventa all’istante quella di una manager) Io ero nell’ufficio di produzione in un’azienda che si occupava di tingere i filati: facevo da tramite tra il laboratorio e l’impianto di produzione. In pratica, creavamo la ricetta per ottenere un determinato colore voluto da un cliente su un determinato materiale.

8. Per te cosa vuol dire essere adulti? Ti senti un'adulta? Se si, qual è il momento in cui hai capito di esserlo diventata?

Sì, sono un’adulta e mi sento adulta. Mi sono sentita adulta da quando sono andata via da casa. Nel momento in cui ti allontani dalla casa e dalla famiglia, secondo me diventi adulto. È il momento in cui prendi decisioni che riguardano la tua vita. in cui non ti lasci preda degli eventi, non permetti che scorrano senza una tua decisione. È il momento in cui dici "Voglio che la mia vita vada in questo senso". Non dico che a 21 anni fossi adulta, e meno male, ma comunque le decisioni che ti portano su strade diverse, inevitabilmente ti fanno diventare adulta.

C'è chi ti considera una bomba sexy e chi il simbolo della tenerezza stessa. Tu cosa preferisci? E che cosa pensi si avvicini di più a Linda?

Ti dico la verità. A livello attoriale spero di interpretare bene l’una e l’altra parte o almeno ci provo. A livello personale la bellezza dell’essere donna secondo me - senza avventurarci troppo in alto in discorsi aulici che non è il caso - è essere tutte queste cose insieme, nel momento giusto, nel modo giusto… nell’essere adatta ad ogni situazione. Io spero di essere tutte queste cose - oddio non la bomba sexy che non mi ci ritrovo proprio (scoppia a ridere), non mi sono mai considerata una bellezza da calendario! -  ma spero di trasmettere femminilità e allo stesso tempo di essere dolce come solo una donna può esserlo.

È vero che sei imbattibile a calcetto? Dove hai fatto tutta questa esperienza?

Imbattibile è un parolone! Ma è vero che con Sara Zanier abbiamo scoperto che siamo una coppia che può creare dei problemi. Sara in attacco e io in difesa, è questa la formazione. (sorride). È stata un’abilità scoperta per caso… in un frangente ci siamo ritrovati tutti a mangiare una pizza assieme e c’era un calcio balilla… “Proviamo!” ed è andata così! Io potevo aver giocato qualche volta in Toscana ma non avevo mai avuto la passione… mentre a San Giusto è molto praticato e tra l’altro è un ottimo modo per sfogarsi! (sorride).

Cosa non potresti perdonare oppure non sopporti proprio?

Non sopporto la cattiveria. La presunzione di alcune persone. E l’ipocrisia.

E cosa ti conquista sempre?

Il sorriso di un bambino.

Di solito si smette di studiare quando si entra nel mondo dello spettacolo. Tu invece dopo Miss Italia ti sei iscritta all'Università a Lettere. Perché? A che punto sei? E quando ti presenti agli esami ti riconoscono?

Spero di laurearmi presto, la laurea è uno degli obiettivi primari, adesso: è arrivato il momento di farlo e mi sono appena trasferita a un corso di laurea più vicino al percorso lavorativo, ovvero Scienza della comunicazione, che è sempre sotto Lettere però con le materie rimanenti più collegate alla mia realtà attuale.
Non mi ero iscritta all’università dopo il diploma perché volevo lavorare subito ed essere indipendente, e siccome la scuola che avevo fatto me ne dava l’opportunità, mi sono catapultata nel mondo del lavoro. Non volevo fare l’Università per poi trovarmi a non sapere cosa fare dopo, tant’è vero che se mi fossi iscritta allora probabilmente avrei fatto la scelta sbagliata. Poi sono scaturiti altri interessi, e mi sono trovata a un bivio. Ero pronta a iscrivermi al corso per diventare insegnante di scienze motorie, ma contemporaneamente avevo fatto il provino per la scuola di recitazione di Roma, quella di Garinei… per vedere se c’era una possibilità. Quando mi hanno preso ho detto “iniziamo questo percorso” e ho lasciato stare scienze motorie. L’anno dopo lavoravo per Sky e pur essendo abbastanza impegnata ho deciso di iscrivermi a “Cinema, musica e teatro”, perché a quel punto lo trovavo più in linea con il percorso che avevo deciso.

Ho sempre pensato che comunque la laurea è un valore aggiunto che puoi mettere “sul piatto” oltre alle tue capacità personali… ed è qualcosa di importantissimo. E ho sempre creduto che saper parlare bene sia importante, ma saperne il più possibile di quel che si fa sia ancora meglio. Tra l’altro all’epoca io avevo iniziato un percorso come conduttrice, quindi la dialettica, il lessico e l’apertura mentale che l’Università ti dà erano fondamentali. Senza tralasciare il resto, perché se studi e basta e non hai talento… non ha senso.

Se mi riconoscono… all’ultimo esame è successo, sì (sorride). La segretaria, ovviamente, non il professore. Ero lì a Storia e filosofia e mi sono resa conto che si chiedeva cosa ci facessi da quelle parti. Ma anche le attrici studiano, ogni tanto! (scoppia a ridere)

Il viaggio dei tuoi sogni, quello di cui pensi sempre "prima o poi ci andrò".

In realtà adesso mi piacerebbe molto andare in Provenza, che peraltro è vicina! A me piace molto la Francia, il viaggio dei miei sogni era Parigi e l’ho già fatto, ma in generale è una zona che mi piace e vorrei fare un giro per ristorantini, prati, castelli… E poi vorrei tornare in America, a New York. Quand’ero piccola sognavo di studiare inglese bene e mi dicevo “Quando potrò…” e l’ho fatto dopo il primo anno a Centovetrine. Sognavo di andare in America e l’anno dopo ci sono andata. Siamo sotto Natale, ci tornerei volentieri.

Sei più cicala o formica?

Formica, formica.  (sorride)

Un personaggio storico e uno letterario che ti piacerebbe interpretare. E perché.

Mi piacerebbe interpretare Anna Karenina, ma ci hanno appena fatto il film! Aaaargh! È una storia particolare, struggente.. ma anche eroica. Oppure un personaggio shakespeariano. Ma devo dire che tutta quell’epoca elisabettiana, presa anche più ad ampio raggio, mi piace molto. E sono un’amante dei film in costume, quindi come immaginerai adoro “I Tudors.” Mi affascina molto quel periodo storico. (serissima) Forse perché erano tutti completamente pazzi. Elisabetta è stata la prima regina, in un ambiente completamente maschile, che ha tirato fuori gli attributi e si fatta valere nonostante tutto, nonostante la mancanza di un erede maschio che metteva solo lei “al centro” dei complotti, nonostante fosse nata da una storia illegittima… sfociata in un matrimonio fuori dal comune.

Un regista, con cui vorresti lavorare e perché.

Registi ce ne son tanti: Ferzan Ozpetek, Sorrentino, Bellocchio… ma sarebbe bello anche essere una delle protagoniste delle favole di Baz Luhrmann, come “Moulin Rouge” che per me è un film eccezionale. Non ti dico “Australia” perché lì mi ha un po’ delusa, però non vedo l’ora di andare a vedere “Il grande Gatsby.”

Studi lettere. Se tutto il passato della letteratura stesse per svanire nel nulla all'arrivo di un nuovo medioevo e tu potessi salvare per il futuro solo una corrente letteraria, quale sceglieresti?

Un periodo che io amo molto è il Decadentismo, che per me è arte allo stato puro. Un momento in cui si avevano opere che passavano dal talento alla penna senza passare per la mente. Però se devo “salvarlo” per il futuro, allora scelgo il romanticismo, perché rispetto al decadentismo è più attento a mettere una base, un domani, mentre il decadentismo è più di rottura.

I due versi che ti commuovono ogni volta che li senti recitare.

Essendo una fan di Shakespeare non ti dirò il banale Romeo e Giulietta, ma c’è la frase eterna di Amleto… “Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore”.

Ti viene attribuita una frase: "Chi è raccomandato magari fa più veloci i primi 80 metri e poi si ferma, chi non lo è parte più piano ma poi magari arriva." È vera? E tu dove ti senti? A che metro? E cosa vorresti succedesse ora?

Non è una frase che ho partorito io ma mi è stata detta dal mio agente all’inizio del mio lavoro, anche per sostenermi e infondermi il suo modo di pensare. E diceva: “In questo lavoro ci sono tante scorciatoie; in molti le prendono, fanno i primi ottanta metri volando e poi si fermano. Noi facciamo un passettino per volta e gli ultimi venti volerai”. Ci credevo allora e ci credo ancora. Non avrei fatto la gavetta o i mille viaggi per l’Italia, a volte anche inutilmente, se non ci credessi.
Dove sono ora… io mi vedo sempre un po’ indietro all’inizio, con tanta strada da percorrere. Però ora vorrei iniziare a correre. (sorride) Non si è mai arrivati, ok, però adesso vorrei correre!

Il regalo che ti ha più commosso ricevere e quello che è stato più bello fare.

Ricevere… un regalo che è arrivato due anni fa a Natale, tanto inaspettato quanto bello. Da fare… il viaggio a Parigi per la motivazione che c’era dietro. Era la città che avrei sempre voluto vedere ma con una determinata compagnia, e quindi decidere di farlo… ha avuto quel significato.

Linda in pantofole davanti al telecomando: cosa guardi in tv? In quale programma/serie tv ora in onda ti piacerebbe fare un'incursione?

Un’incursione la farei volentieri nei Tudors… o in Squadra Antimafia, che ci piace. Come spettatrice guardo prevalentemente fiction, anche perché lavorativamente è importante guardarle. C’è sempre da imparare!

Per Sophie Kinsella la casa dei sogni deve avere la stanza delle scarpe. La tua casa dei sogni cosa dovrebbe avere per essere davvero "casa"?

Di solito per farla mia in una casa porto le mie foto. Che sono sempre con me, dentro le cornici… e le metto sempre perché quelli sono i miei affetti, che vengono con me. E da quando faccio la nomade sono sempre anche dentro il portafoglio!

Ti dico una parola, dimmi la prima che ti viene in mente in associazione.

Mina

Voce

Twilight.

Tendenza.

Treviso.

Cuore

Cina.

Un altro mondo.

Centovetrine.

Scuola.

Olimpiadi

Sacrificio.

Libro

Relax.

Mare.

Relax.

Barba.

Babbo (specifica subito: “Ma alla toscana… papà!”).

Attrice.

Sogno.

Barbazza.

Sorriso.

CLICCANDO QUI potete leggere la seconda parte dell'intervista, in cui - tra le altre cose - Linda Collini ci parla più diffusamente della sua esperienza a Centovetrine.

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 19 dicembre 2012)


 


Link sponsorizzato


Soap, fiction e telenovelas italiane ed estere: Un posto al sole - Beautiful - Tempesta d'amore - Il segreto - Una vita - Legami - Centovetrine

Tv Soap - Pagina Facebook

 

Home page

Il segreto (telenovela)

Una vita (telenovela)

Uomini e donne

Legami (telenovela)

Un posto al sole news

Un posto al sole trame

Un posto al sole cast

Un posto al sole riassunti

Beautiful news

Beautiful trame

Beautiful cast

Beautiful riassunti

Tempesta d'amore news

Tempesta d'amore trame

Tempesta d'amore cast

Tempesta d'amore riassunti

Le tre rose di Eva (fiction)

Centovetrine news

Centovetrine trame

Centovetrine cast

Centovetrine riassunti

Trame fiction di prima serata

Privacy policy

Informativa estesa cookie

Note legali

Scrivici alla nostra email

Facebook Twitter

 

Link sponsorizzati