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Tv Soap intervista ELEONORA PARIANTE, Angela Danesi in Centovetrine

Stasera alle 21,10 su Canale 5 va in onda una maxipuntata di Centovetrine davvero ESPLOSIVA, in cui ancora una volta avrà grande spazio il personaggio di Angela Danesi.

Per l'occasione abbiamo incontrato Eleonora Pariante, l'attrice che presta il volto ad Angela e che ci ha raccontato qualcosa in più di se stessa, del ruolo che interpreta nella soap e dell'atmosfera che ha respirato sul set di San Giusto.

© Intervista di Carla per TvSoap.it. Riproduzione vietata.

Tre parole per descrivere Eleonora Pariante...

Solare, ottimista, entusiasta.

Tre parole per descrivere Angela Danesi

È una donna determinata, incosciente, sfrontata ma non nel senso che comunemente si dà alla parola: lei in nome dell’amore e della sua determinazione, sebbene abbia dei valori, fa finta di non averli per tentare il tutto per tutto.

Per te Angela è più folle o più disperata?

È più disperata!!!

Mi scappa una domanda che apre uno scorcio imprevisto: ma tu sei toscana? Dall’accento sembra…

No, no… ma è una cosa positiva! Vuol dire che ho una dizione pulita. Io in realtà ho origini napoletane, papà era aiuto regista…

Quindi tu hai sempre vissuto nel mondo dello spettacolo...

In realtà io poi attrice lo sono diventata per caso, però sì ci avevo vissuto. Il mio primo partner sul set è stato Ugo Tognazzi e ne sono orgogliosa. Adesso con un professore dell’università di Torino – Franco Prono - stiamo per far uscire un libro dedicato al lavoro di mio padre, Roberto Pariante, al fianco di Loy, Squitieri… e alla professione di “aiuto regista”.

Tornando ad Angela Danesi, a chi o a che cosa ti sei ispirata per portare in scena un personaggio così estremo?

Soprattutto ai noir francesi e americani, a tutto quel mondo. Un po’ perché vengo dal cinema e mi piace il cinema, quel cinema. E un po’ perché proprio il direttore creativo mi disse che quello era un ruolo molto “noir”, da gestire così.

Hai immaginato un suo background con qualche episodio da lei vissuto che potesse darti uno sfondo su cui costruire il personaggio?

Guarda, mi sono focalizzata soprattutto sul sentimento che l’ha unita al marito, sulla vita assieme, sull’amore durato così tanti altri per il marito, e quindi di conseguenza sull’assenza improvvisa, sul fatto che dopo essere stati in due per così tanto tempo a quel punto ti senti mancare una gamba… un pezzo di vita!

Come sei arrivata a Centovetrine? Hai fatto un provino su parte o non ce n'è stato bisogno? E perché Centovetrine?

Io negli anni ho fatto tanti provini per Centovetrine e non sono andati bene. Ne avevo fatti tre, poi ho conosciuto la regista Pepi Romagnoli e lei mi ha detto di riprovarci, di crederci… Ne ho fatto un quarto e di nuovo non è andato bene, hanno scelto un’attrice più grande. Però ci tenevo davvero a fare questa esperienza, anche perché è davvero una bella scuola e quindi quando mi hanno ricontattato io ero pronta all’ennesimo provino… E invece questa volta non c’è stato bisogno, mi hanno detto: “No no, niente provino, è venuto fuori proprio un ruolo giusto per te”.

Quindi conoscevi già la realtà produttiva di Centovetrine? Seguivi la soap? Avevi un personaggio preferito?

Certo, conosco Roberto Alpi da sempre, non siamo amici ma siamo colleghi, e lo stesso vale per Genuardi, per gli storici. Quindi seguivo “affettivamente” la soap, soprattutto per quanto riguarda gli attori, più che i ruoli. Poi ora c’è quello di Carol che ritengo molto bello, molto sfaccettato, ecco.

Com’è stato finire catapultati sul set con i ritmi velocissimi di una soap?

È stato che il primo giorno mi sono presa un calmante! Avevo studiato come una pazza, sapevo la parte e poi avevo 3 scene. Però dal secondo giorno in poi ne avevo anche io 7, 8, 5… e mi sono presa le gocce di calmante! È una grande scuola, sia perché funziona tutto benissimo - è una macchina rodata dalla signora delle pulizie al direttore creativo, che sono tutti deliziosi, gentili ed efficienti - sia per i tempi ristretti e per l’impegno che richiede. Il cinema ha un altro spessore, ma ha anche altri tempi: lì dev’essere ottima la prima e per arrivarci ci vuole davvero una grande concentrazione.

Come hai trovato l’ambiente?

Bello, davvero. Poi lavorare con Carol, con Michel… Marianna! (non so perché ma mi viene sempre di chiamarla Michela) è stato davvero bello, è una persona deliziosa. Il primo giorno ero preoccupata, perché ti senti catapultata da una parte all’altra; tutti dal primo all’ultimo sanno quello che devi fare… tranne tu che sei appena arrivato! Poi è andata bene.

Quale attore hai incontrato per primo e quale scena hai girato per prima?

La prima scena l’ho girata con Luca Capuano: un bello, insomma! Ed è stato molto simpatico. Ma lì sono carine pure le comparse, che poi sono le stesse da anni e seguono la soap… Ma non era una delle primissime scene, era il primo incontro tra i due personaggi, più avanti nella storia generale.

Che effetto ti ha fatto vedere che è tutto uno accanto all’altro, l’ospedale col centro commerciale?

È il segno del potere di questa arte: da casa ti fa sognare e sembra un universo e invece è tutto lì vicino. Però non mi ha stupito tanto: anche a teatro in un posto piccolo piccolo può vivere una vicenda grande grande.

Quanto è difficile entrare nel drammaticissimo dopo il ciak e dire “Ho rapito Carol Grimani e se lei non opererà Ferdinando io la ucciderò” senza scoppiare a ridere?

(Inizia a ridere mentre sto ancora facendo la domanda) È molto difficile!!! Soprattutto si ha sempre tanta paura di non essere credibili!

Tu per chi tifavi mentre recitavi? Per la disperazione di Angela o per il “grande amore” di Adriano e Carol? 

Tifavo per Angela, forse perché anche nella vita sono una combattiva fino in fondo, anche se è chiaro che non arriverei fino a quegli estremi. Tifavo per lei anche perché è scritta in un modo tale... diciamo che anche gli sceneggiatori hanno avuto un riguardo particolare per questo personaggio, era difficile non tifare per lei.

Per te era più drammatica la situazione di Adriano o di Carol? O quella di Angela? 

Quella di Carol è la più drammatica: non ha scelta! Lei subisce e da quel punto di vista è la situazione più drammatica: nelle altre si può sempre scegliere una strada, mentre lei è incatenata alla decisione di un altro.

Ci racconti un episodio divertente accaduto sul set e che senza di te non sapremmo mai?

Più che un episodio era divertente il fatto in sé che tutti, io, Marianna, Luca… ci chiedevamo: “Ma Carol quando la fa la pipì?”. Ma non so se si possa dire...

Torniamo a te: attori si nasce o si diventa? Tu come hai capito di volerlo fare?

Nonostante venga da una famiglia di artisti, io alla fine attrice lo sono diventata per caso. Però… il caso può farti arrivare a fare l’attore, ma poi se lo diventi davvero capisci che ci sei nato.

Tu nasci come attrice, ma hai mai avuto la voglia o l’impulso di passare dall’altro lato del copione o della macchina da presa? 

In realtà l’ho già fatto: ho scritto e girato (e interpretato) un cortometraggio in pellicola, senza parole. Una vicenda molto bella sull’inquisizione nel ‘500, una cosa un po’ ambiziosa. Sto scrivendo il lungometraggio di questa storia, tra l’altro. Ma non perché io voglia fare la regista ma perché mi piace narrare le storie: come attrice mi sento narratrice, e siccome viviamo in un paese dove raramente se ti presenti con una storia tua trovi un regista che la abbracci… mi sono data alla regia! 

Che cosa si prova di diverso dalla recitazione “pura”? Qual è la differenza nell’interpretare un personaggio che hai scritto tu rispetto a uno che ha scritto qualcun altro?

Beh quando interpreti un personaggio che ha scritto qualcun altro in realtà hai maggiore libertà, puoi aggiungere delle cose che magari non erano nello script ma che secondo te ci stanno bene. Quando sei tu a scrivere in realtà connoti già il personaggio e ritieni di saperne molto, quindi non puoi aggiungere altro…

Ma allora – se quando scrive qualcun altro puoi aggiungere qualcosa e quando scrivi tu no – cos’è che ti porta a scrivere? Il divertimento in più si sposta nella scrittura invece che nella recitazione?

Il divertimento sta nel far vivere un personaggio o una storia, quando hai finito di scrivere qualcosa è come se avessi partorito, come se avessi dato vita a una creatura.

Un regista teatrale o cinematografico ti vede in Centovetrine e chiede di dirigerti: che ruolo vorresti interpretare? 

Allora, io lo dico ma… Io ho due anime in me: da un lato vorrei un film di avventura di quelli pazzeschi alla Indiana Jones, dall’altra un drammone di Tennessee Williams: “Un tram che si chiama desiderio”.

Cos’hai fatto il giorno in cui ti sei più arrabbiata con una persona? Nella vita sei più pacata e riflessiva e aspetti che passi il cadavere del tuo nemico o piuttosto una mina vagante come Angela?

Io se mi arrabbio davvero ammutolisco. Sennò sfascio tutto, ma non è che in realtà sia mai successo, è che lo so. E allora quando mi arrabbio davvero divento di ghiaccio. Non sono come Angela, aspetto il cadavere del mio nemico… (ride) però diciamo che mentre lo aspetto sono piuttosto impaziente!

Ho visto che hai partecipato alle due serie della Dottoressa Giò: che ruolo interpretavi? Che ricordi hai di quell’esperienza, che è stata una delle prime italiane di produzioni di lunga serialità?

Non vorrei dire una cosa inesatta ma fummo davvero tra i primi. E fu una bellissima esperienza. Io ero l’assistente di Barbara D’Urso, l’infermiera Betta: quella graziosa ma sfigata che correva dietro a tutti gli uomini per sposarseli e alla fine non trovava mai nessuno che la sposasse. Tra l’altro come nel caso di Centovetrine giravamo fuori Roma, eravamo un gruppetto che viveva per 4 mesi fuori… davvero una bella esperienza!

In effetti le amicizie fortissime e i periodi a strettissimo contatto e poi la fine e un nuovo inizio da una’altra parte sono una delle componenti tipiche di questo lavoro. Tu come la vivi?

Alla fine quello che rimane sono le amicizie di vecchissima data: ovviamente quelle nate per lavoro servono ed esistono, ma le amicizie del Liceo, o dell’Accademia - io ho fatto il corso con Proietti – restano qualcosa di più forte.

Il corso con Proietti mi riporta al discorso sulla formazione: quindi sei arrivata per caso alla recitazione, ma poi hai studiato?

Ma certo! Anche perché mio padre mi disse: “Vuoi fare l’attrice? E allora studia!” . E quindi prima c’è stato Proietti, poi ho studiato con un francese, poi con un tedesco. Ho studiato tanto. E aggiungo che sicuramente la preparazione mi ha aiutato molto il primo giorno in cui sono finita catapultata a Centovetrine.

Domanda obbligata. Noi parliamo di soap ma siamo un sito internet: tu che rapporto hai con la tecnologia? 

Mediocre… No, medio, mi piacerebbe saperla usare di più… Ecco mi ricorda il rapporto che avevo al liceo con la matematica: facevo la stessa equazione dieci volte e avevo dieci risultati diversi! Io ci provo, ho anche Facebook e qualcuno ogni tanto si lamenta, mi dicono “Non ci sei mai”, ma io proprio non lo so gestire: mi arrivano le notifiche e non so dove andare (ridendo ma seriamente); ci ho messo un anno a capire cosa vuol dire essere taggato su una foto!

Altra domanda obbligata per il genere femminile: se mentre Adriano e Carol tubavano Angela avesse potuto concedersi una notte di trasgressione con qualcuno, o se al risveglio di Ferdinando avesse scoperto che il marito la riempiva di corna… con quale personaggio maschile della soap avresti chiesto di vivere una folle notte di passione?

Con quel bellissimo ragazzo… Damiano, Jgor Barbazza, l’attore che è fidanzato con la Collini. Anche perché va detto che in tv è sicuramente un bell’uomo ma dal vivo… ha una seduzione molto forte!

Per finire, dopo Centovetrine ti rivedremo in tv? Hai dei progetti futuri cui tieni particolarmente? 

Sto lavorando a un altro cortometraggio e ho partecipato a una fiction con Stefano Accorsi: si intitola “Il clan dei camorristi” e il mio è un piccolo ruolo, ma ho tenuto a farlo perché stimo moltissimo Alexis Sweet come regista e mi piacerebbe tornare a lavorare con lui in futuro.

Ringraziamo Eleonora Pariante per la grandissima disponibilità dimostrata nell’intervista e le diamo appuntamento per giovedì 22 marzo a Pomeriggio Cinque… e poi naturalmente in prima serata con la maxipuntata di Centovetrine!



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© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 21 marzo 2012)


 


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