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Centovetrine: Tv Soap intervista l'attrice ELISABETTA CORAINI (Laura Beccaria)

Tv Soap ha incontrato una delle grandi protagoniste di Centovetrine, Elisabetta Coraini, che da ben 12 anni, fin dalla prima puntata, interpreta Laura Beccaria. Con lei abbiamo parlato non solo del successo della soap, del suo personaggio e del cast, ma anche della Elisabetta forse meno conosciuta al grande pubblico televisivo: quella che alla passione per la recitazione ha aggiunto quella per il canto e la fotografia, dimostrando di essere un’artista completa, tutta da scoprire.

L’esperimento della puntata speciale della domenica sera si è concluso in anticipo, dopo 3 appuntamenti. Credi sia stata una scelta giusta quella di ripetere l’esperimento dello scorso anno?

Io parto dal presupposto che Centovetrine non è un prodotto per il serale. È nato, scritto e strutturato per il daytime, per cui non può essere considerato un serale.  L’esperimento di un anno fa era andato bene, anche perché era una novità, e ci siamo portati dietro tutto il pubblico del pomeriggio, che è notevole. Quest’anno hanno deciso di ripeterlo, ma è difficile fare di Centovetrine quello che in realtà non è. Per la sua fascia oraria  il nostro è un prodotto eccellente, ma se lo sposti in prima serata patisce il fatto di non essere nato per questo scopo.

Dodici anni di Centovetrine e 12 anni che tu interpreti Laura Beccaria. Lo avresti mai immaginato, quando hai iniziato?

No! Pensa che io ho sempre amato il lavoro dell’attrice perché mi dava la possibilità di cambiare, di essere libera, di non rimanere vincolata, e mi faceva stare bene per il tipo di carattere che ho. Poi è arrivato Centovetrine e ho iniziato questa avventura con la certezza che sarebbe durata, che so, per tre anni, visto che allora il contratto era triennale. Ero convinta che sarebbe andata così: che avrei fatto questa esperienza, che mi avrebbe fatto crescere, visto che essendo un prodotto giornaliero è una palestra favolosa, ed è così che l’ho iniziato. Poi la vita ha invece voluto che rimanessi qui per tutti questi anni. Una cosa che ha giocato a mio favore è però che nel frattempo ho coltivato tante altre cose, tante altre situazioni. Nonostante facessi Centovetrine ho infatti realizzato altro: progetti teatrali, progetti fotografici, cortometraggi e altre cose. Tutte cose che mi hanno riportata al mio carattere, al mio non voler stare ferma in un solo contesto, al volermi mettere sempre in gioco.

In 12 anni il personaggio di Laura ha subito tantissime trasformazioni. Qual è quella che ti è piaciuta di più?

Bene o male per me quello che conta è il cambiamento, la trasformazione, così come è avvenuto per il mio personaggio. I cambiamenti mi sono piaciuti un po’ tutti, ma, se devo scegliere qualcosa in cui mi sono divertita di più, ti dico la linea narrativa in cui Laura da donna dai principi morali solidi diventa una prostituta d’alto bordo, o quella più recente in cui sono diventata una donna di potere senza scrupoli. Sono state delle esperienze lavorative che mi hanno consentito di tirar fuori delle corde nascoste che comunque ho. Io ho una teoria: che dentro ogni attore c’è tutto, in piccole dosi. Magari esternamente non conosciamo tutte le nostre sfumature, ma l’attore dentro le ha tutte e la sua bravura sta proprio nel riuscire a tirarle fuori al momento giusto. Ciò che fa di un attore un attore eccellente è proprio questo: fare un lavoro di introspezione e tirar fuori queste sfumature nascoste. Quindi anche tirar fuori la parte "perversa" di Laura mi ha divertito, interpretarla in quelle vesti mi ha divertito. E la cosa paradossale è che in entrambe le volte non ho avuto riscontri negativi da parte delle donne, da parte del pubblico femminile della soap. Era come se le donne riuscissero a capire e a giustificare queste trasformazioni estreme del personaggio.

Ti capita mai, dopo tanti anni, che qualcuno ti chiami Laura, confondendo attrice e personaggio?

Sì, capita e di frequente. All’inizio, i primi anni, pensavo fosse normale che non conoscendo ancora il mio nome mi chiamassero Laura anziché Elisabetta. Solo che accade ancora, e quindi mi pare di aver capito che il meccanismo perverso è questo: vedendomi ogni giorno in tv, il pubblico mi vede o come una parente o come un’amica, non c’è via di scampo! Mi vedono davvero come Laura, non sono un’attrice che interpreta un ruolo per loro, ma sono quella che vedono in tv. Ormai quando mi chiamano Laura non dico nulla, sorrido, faccio finta di nulla e rispondo!

C’è in te qualcosa di Laura? Qualcosa che vi accomuni?

Siamo entrambe due donne che lavorano e che hanno una famiglia. Laura è nata dodici anni fa come una donna sposata, con figli, che deve dividere se stessa tra lavoro e famiglia. Anche io ho una figlia, adesso diciottenne, che quando ho iniziato a lavorare a Centovetrine era una bambina. Quindi questo ci accomuna. Un’altra cosa è la tenacia e la passionalità con cui affrontiamo le sfide della vita. Mentre un aspetto diverso è che Laura è molto passionale e non è affatto razionale: vive le situazioni con grandissima emotività ed è disposta a tutto per raggiungere i suoi scopi. Elisabetta invece no: sono sì passionale, ma sono una Vergine e come tale sono anche razionale, cerco di essere analitica su tutto, amo avere il controllo di me stessa, sempre.

E tra tutti gli uomini visti al fianco di Laura, quale credi sia quello più adatto a lei, il suo vero grande amore?

Intanto parto dal presupposto che per ciascuno di noi l’amore più grande e più vero è quello che si sta vivendo. Gli amori vissuti da Laura sono quindi stati tutti importanti. Partiamo dal primo: Valerio Bettini, il mitico Sergio Troiano che reputo un grandissimo attore.

Valerio nella storia è il padre dei miei figli, l’uomo con cui sono stata sposata per tanti anni, il mio primo amore. È una storia che, come a volte accade nei matrimoni, è diventata un rapporto stanco. Però Valerio rappresenterà sempre una figura su cui Laura può contare, una spalla su cui piangere, un uomo a cui chiedere aiuto.

Ettore Ferri ha invece rappresentato un momento molto importante perché ha colmato i vuoti di Laura, ha rappresentato una "botta di vita", la passione che dopo anni si ripresenta. È stato un rapporto altrettanto importante. Ettore è stato l’amante, l’uomo con cui vivere una trasgressione, che ha permesso a Laura di riscoprirsi donna.

Sebastian Castelli rappresenta tante cose: il sentimento, la passionalità, il potere, anche la paura, perché è un uomo che in passato ha compiuto dei gravi errori. Ma è anche l’uomo che tu non tradiresti mai, non per paura, ma perché è un uomo che sa dare emozioni a 360 gradi.

Ogni uomo quindi ha la sua importanza, perché arrivato in un momento particolare di vita di Laura, come accade un po’ per tutte le donne.

Quale credi sia il motivo del successo di Centovetrine, che nonostante gli anni di messa in onda ottiene sempre un ottimo riscontro di pubblico?

Penso che Centovetrine riscuota successo per un’alchimia di  diversi fattori. In Centovetrine sono gravitati in questi 12 anni tantissimi personaggi, tanti attori. Attori con un background importante, con grandissima esperienza e veramente bravi, altri meno bravi e con meno esperienza. C’è stata una buona scelta, c’è stato un buon equilibro tra attori con esperienza e senza esperienza, senza che questo squilibrio si vedesse. Il produttore creativo è stato bravo in questo.

C’è poi anche dal punto di vista registico un buon equilibrio: abbiamo avuto la fortuna di avere quasi tutti registi bravi, che non si sono fermati al modo di ripresa standard di questi prodotti, ma hanno voluto osare nonostante il prodotto, che è molto veloce visto che in una giornata intera devi girare una puntata. I registi hanno avuto la capacità e la voglia di uscire dagli schemi di questo tipo di prodotto e di portare quindi a risultati ottimi.

Infine ci sono le storie che in 12 anni sono sempre state, bene o male, abbastanza alte, storie nelle quali le persone si rivedono. È stato un insieme di queste tre cose a garantire sempre il successo.

Tra tutti i tuoi colleghi, sia tra quelli "storici" che come te ci sono dall’inizio, sia tra i nuovi arrivati, ce n’è qualcuno con cui si è creato un rapporto speciale in questi anni?

Si è creata bene o male con tutti una buona alchimia, perché in 12 anni, lavorando quotidianamente insieme, è normale che si crei quasi una famiglia. Ci sono naturalmente i pro e i contro in una situazione del genere. È come entrare un po’ in un Truman Show, in un mondo finto, che ogni giorno è uguale. È come vivere in una situazione parallela che non è reale e quindi anche i rapporti con i colleghi risentono di questa cosa. Diciamo che da una parte il bello è che si diventa come una grande famiglia, dall’altra si possono creare delle stanchezze psicologiche, per chi ad esempio ha il mio carattere e vorrebbe un po’ evadere dalle stesse cose e dalle stesse facce. E quindi si tende, una volta che uno ha finito il lavoro, ad andare ognuno per la propria strada.

Poi, tornando ai colleghi, ti posso dire che mi sono affezionata da morire ai nuovi arrivati, ai ragazzi, tipo Sara Zanier, Linda Collini, Jgor Barbazza, che hanno un grande talento naturale, una grande voglia di migliorare e una grande energia… A parte Michele D’Anca, che è una persona adorabile e un bravissimo attore, con cui mi sono subito trovata benissimo. Tra l’altro, mi mancano moltissimo da quando non lavoriamo più insieme.

Una domanda che tutte le telespettatrici di Centovetrine si fanno ogni volta che ti vedono in video: come fai ad essere sempre più bella ogni anno che passa? Come ti tieni in forma?

(ride) Sono tutte troppe buone! Guarda, non ho grandi segreti, l’unica cosa che ti posso dire è che io cerco di vivere la mia vita con correttezza, seguo una buona alimentazione, che credo sia alla base di tutto, e sono sempre alla ricerca di cose nuove, di cose che possano essere giuste per me e per il mio fisico. L’alimentazione è comunque davvero alla base di tutto, anche di una purificazione interna. Poi il passaggio successivo è fare attività fisica e cercare l’armonia con tutto ciò che ci circonda. E questo è qualcosa di cui sono ancora in cerca. Ciascuno di noi deve quindi cercare ciò che è meglio per sé, riuscire a fermarsi e purificarsi.

Hai studiato in America, e non solo recitazione, anche canto. Tra le tue passioni infatti c’è anche la musica, tanto che hai inciso persino un cd. Ci parli di quest’altro aspetto della tua arte?

Ho avuto questa bellissima esperienza in America, per la precisione a Los Angeles, dove ho vissuto per un periodo e ho avuto la fortuna di incontrare personaggi meravigliosi, tra i quali un insegnante di canto strepitoso che si chiama Seth Riggs, conosciuto a livello mondiale. Con lui ho studiato canto per quasi tre anni, mentre in parallelo studiavo recitazione, e poi sono tornata in Italia capendo che le due cose, canto e recitazione, si completano. Ho realizzato un cd appena tornata in Italia, Amapola, con un grande professionista del jazz, Lino Patruno, e con lui ho fatto anche vari concerti. Io mi definisco un’attrice che ama cantare, non l’inverso.

Per quello che riguarda il presente, posso dirti che sto pianificando dei concerti, ma ancora è tutto a uno stato  embrionale, in fase organizzativa. Mi auguro di continuare nel corso degli anni su questa strada.

A riprova del fatto che sei un’artista a 360 gradi, oltre alla recitazione e alla musica, ci sono poi due importanti lavori fotografici. Ce li racconti?

I progetti fotografici sono stati un percorso meraviglioso che ho condiviso con mio marito, Fabrizio Portalupi, che è regista e fotografo. Tutto è nato grazie a Fabrizio perché per delle esperienze di vita che lui ha vissuto sulla sua pelle è nata l’esigenza del primo progetto, Femina Fera, che fa parte di una trilogia, in cui però il terzo progetto ancora non è stato realizzato. Il secondo progetto fotografico invece si chiama EuDemonia. In entrambi, le foto sono accompagnate dai versi di Giuseppina Amodei.

Femina Fera nasce da un’esigenza spirituale di metamorfosi, che viene appunto rappresentata attraverso le fotografie e che noi abbiamo rappresentato in versione femminile, visto che lo interpreto io. Questo progetto è stato realizzato interamente nella natura, e io ho dovuto affrontare  una preparazione non indifferente: ho dovuto studiare le movenze e l’istinto  di alcuni animali, come i grandi  felini, e avvicinarmi alla natura con una totalità che prima di allora non avevo mai conosciuto. Dal punto di vista attoriale è stata una cosa meravigliosa. Queste foto rappresentano appunto la trasformazione da persona incompleta, sofferente, che sta cercando il suo percorso, fino al raggiungimento dell’equilibrio totale e della pace. È una rinascita, un cambiamento, che poi porta alla completezza, al bilanciamento.

In EuDemonia, invece, c’è una donna che è sempre alla ricerca della felicità, che riesce poi a trovare nel contatto con la natura. È una donna che parla con gli alberi, con le rocce, che diventa essa stessa parte della natura. Una donna che diventa "demonio", non nella accezione negativa del termine, ma nel senso che inganna, che diventa intrigante, che entra in simbiosi con la natura. Sono stati due progetti molto coinvolgenti e che fanno parte della mia vita.

Per concludere: sappiamo che Laura si troverà nuovamente in lotta per amore, visto l’interesse di Margot per Sebastian. Cosa puoi svelarci su questa linea narrativa?

Non posso svelarvi nulla perché il mio contratto me lo vieta. Poi il bello di Centovetrine è anche scoprire man mano quello che accadrà giorno dopo giorno. Quello che posso dirvi è che Laura lotterà come ha sempre fatto. Cadrà ma si rialzerà, come sempre!

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 26 febbraio 2013)


 


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