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Tempesta d'amore: Tv Soap intervista SEPP SCHAUER (Alfons)

Oggi sulle pagine di Tv Soap ospitiamo un protagonista storico di Tempesta d'amore: parliamo di SEPP SCHAUER, che con il personaggio di Alfons è presente in scena sin dagli albori della soap. Con questa intervista, ripercorriamo la sua lunga esperienza professionale a a Sturm der liebe e conosciamo qualcosa di più di lui...

A cura di Elisa Chieno per TvSoap.it - Riproduzione vietata

Lei è parte di "Tempesta d’amore" fin dalla prima puntata della prima stagione: che sensazione si prova ad essere una delle colonne portanti della soap?

È prima di tutto un grandissimo orgoglio. All’inizio i Sonnbichler dovevano essere solamente delle figure secondarie, ma col tempo hanno finito per diventare effettivamente una delle colonne della soap. Il che è davvero un onore.

Alfons è un vero bavarese: anche lei nella sua vita reale è legato alle tradizioni della sua terra?

Sì, sono un vero bavarese, anzi un vero Münchner (termine per indicare le persone nate a Monaco) e ne sono orgoglioso. Detto questo, non sono un tradizionalista che va sempre in giro in pantaloni di pelle e cappello. Ovviamente indosso volentieri il costume quando c’è un’occasione importante o un evento speciale, ma non sento il bisogno di mettere in mostra il mio essere bavarese.

Ritiene che il personaggio di Alfons si sia evoluto nel corso di tutti questi anni? E se sì, in che modo?

Sicuramente Alfons è cambiato nel corso degli anni: all’inizio era molto rigido, distinto… direi "inamidato£. Pian piano si è iniziato a comprendere qualcosa di più della sua vita privata e delle esperienze da lui vissute insieme alla sua Hildegard. E più questo avveniva, più si è imparato a guardare oltre questa sua maschera. Trovo inoltre che negli anni si sia un po’ sciolto rispetto all’uomo ligio e austero dei primi tempi.

Quanto c’è di Sepp in Alfons e viceversa?

Il modo di fare viene sicuramente da me, ma come personaggio vero e proprio direi che Alfons è decisamente diverso da Sepp. Sono anch’io riservato quando le circostanze lo richiedono, ma non sono così corretto e ligio come Alfons. Inoltre Alfons ha un matrimonio che dura da oltre 40 anni, mentre io non mi sono mai sposato!

Il matrimonio di Alfons con Hildegard è l’unico rapporto che è sopravvissuto per tutti questi otto anni. Qual è a suo avviso la chiave di questo successo?

È difficile da spiegare… Sicuramente il fatto che siano insieme da così tanti anni ha creato tra loro una complicità ed un’unione. E poi anche una certa tolleranza da parte di Alfons: Hildegard è la forza motrice nel loro rapporto mentre Alfons è un’anima più tollerante e permissiva: lascia fare sua moglie e accetta le cose come stanno senza protestare.

Dopo otto anni si sente un po‘ come se fosse sposata veramente con Antje Hagen?

In effetti sì: passiamo così tanto tempo insieme qui negli studi di registrazione  che si è creata un’incredibile vicinanza tra di noi. Credo che nessun altro nel team abbia un rapporto così stretto come noi due.

Alfons va letteralmente matto per l’arrosto di maiale della sua Hildegard: anche lei è un amante della cucina bavarese?

Assolutamente sì! Ma non sono fissato con l’arrosto di maiale come Alfons: amo tutta la varietà dei piatti bavaresi e anche austriaci e altoatesini. Ma sono anche un grande estimatore della cucina mediterranea ed italiana in particolare.

Alfons ha una grande passione per le moto: è così anche per lei?

Assolutamente: è una delle mie più grandi passioni! Fino all’anno scorso avevo una Harley Davidson, che ho tenuto per ben trent’anni. L’anno scorso purtroppo l’ho dovuta vendere perché mi provocava un forte mal di schiena e quei dolori non mi permettevano di svolgere al meglio il mio lavoro qui sul set. E così, seppur a malincuore, l’ho venduta e mi sono comprato una cabriolet! E la mia schiena mi ha ringraziato…. (aggiunge ridendo)

Quindi non è stato un caso che Alfons abbia una passione per le due ruote…

Gli autori avevano già una mezza idea riguardo ad un hobby di Alfons che avesse a che fare con i motori e quando hanno scoperto questa mia grande passione per le moto hanno deciso di approfondire l’argomento nelle storie.

Succede spesso che gli autori si ispirino ad un talento reale dell’attore?

Sì, è capitato alcune volte. Ad esempio quando si è scoperto che Johannes Hauer (Ben Sponheim, il figlio della perfida Barbara Von Heidenberg) sapeva suonare il violino è stato deciso di inserirlo nelle trame del personaggio, cosa che non era assolutamente prevista prima. Gli sceneggiatori sono però stati drastici sul fatto che Alfons non sa cantare.

Ha anche altri hobby?

L’unica altra mia grande passione è quella per il golf.

Alfons è da anni il capo-concierge del Fürstenhof: le piacerebbe se il suo personaggio avesse in futuro una nuova sfida professionale? Magari una promozione a direttore dell’hotel?

A dire il vero no. Se gli autori un giorno decidessero di dare una “promozione” ad Alfons facendolo lavorare ad esempio in direzione ovviamente rispetterei la loro decisione, ma mi mancherebbe il contatto con le persone nella mia reception… è qualcosa che amo davvero! Non ce lo vedo seduto in ufficio in giacca e cravatta : credo che Alfons sia un concierge fino al midollo.

A "Tempesta d‘amore" lei ha interpretato non solo Alfons, ma anche il suo fratellastro Gustl: com’è stato interpretare due ruoli contemporaneamente?

Per un attore è sempre un’esperienza stimolante interpretare due personaggi contemporaneamente. Il problema è che qui c’è sempre poco tempo  e dal momento che come  Alfons devo avere un certo aspetto, non c’è stata la possibilità di modificarlo molto per Gustl. Ovviamente lo abbiamo caratterizzato nell’atteggiamento, la parlata più veloce, il forte accento bavarese, la zeppola, ecc. È stato davvero divertente… e poi quando è stato deciso che Eva sarebbe stata la figlia di Gustl ne sono stato davvero molto felice!

Come vengono girate le scene con i due fratelli?

È una tecnica cinematografica chiamata “split screen“: vengono girate due scene in sequenza rispettivamente con Alfons e Gustl. I due personaggi devono stare sui lati opposti dello schermo e non superare mai la linea centrale. Di conseguenza si recita di fronte ad una comparsa oppure, preferibilmente, ad un assistente della regia. Questa seconda opzione è migliore perché un assistente sa meglio di una comparsa di cosa ha bisogno l’attore.

Come è stata per lei questa esperienza: difficile o divertente?

Sicuramente si è trattato di un’esperienza divertente, ma volte è stato sicuramente difficile perché noi attori riceviamo molto dalla controparte, mentre recitando con se stessi si perde questa possibilità di “ricevere” dall’altro… perché l’altro non c’è! Insomma, è difficile, ma ce la si può fare tranquillamente.

Qualche anno fa fa ha girato insieme ad Antje Hagen, Lorenzo Patané ed Uta Kargel le scene ambientate a Verona: com’è stata questa esperienza?

È stato assolutamente fantastico! Adoro Verona come città e la conosco bene. Vado infatti spesso in vacanza sul Lago di Garda e nei dintorni di Verona ci sono dei meravigliosi campi da golf. La città è davvero stupenda con le sue piazze e gli edifici.

Cosa le è piaciuto maggiormente di quelle scene?

Sicuramente le scene che ho girato insieme a Hildegard in Vespa tra le stradine della città: davvero le più belle in assoluto.

È stata la prima volta che ha recitato in Italia?

Sì, la prima volta.

Nel corso della sua carriera ha interpretato più ruoli positivi o negativi?

Prima di Alfons sono quasi sempre stato chiamato ad interpretare ruoli negativi, soprattutto nei polizieschi: penso di aver interpretato ogni possibile variante di criminale dal ladro allo spacciatore di droga al serial killer. Credo sia anche dovuto al fatto che in precedenza portavo un orecchino e la gente diceva “deve essere un delinquente”! (ride) Ho interpretato così tanti personaggi negativi che quando sono venuto a “Tempesta” in molti si sono stupiti che mi sia calato così bene nei panni di un personaggio estremamente positivo come Alfons.

Trova più semplice interpretare ruoli positivi o negativi?

Direi che i ruoli positivi sono più facili, ma quelli negativi più belli. Mi spiego: credo fermamente che al mondo non esistano persone totalmente buone o cattive, quindi non puoi recitare in bianco o nero ma devi dare delle sfumature. Ad esempio, per fare un cacciatore di dote non puoi essere solo cattivo, ma anche avere dello charme. E anche un assassino rimane comunque una persona. Allora diventa davvero interessante.

Se ne avesse la possibilità, quale storia scriverebbe per Alfons?

È una domanda davvero difficile…

Magari un bel torneo di golf?

Sarebbe bello! (esclama ridendo) Il problema è che è vero che nella storia il Fürstenhof ha un campo da golf, ma purtroppo molte persone pensano che il golf sia un’attività solamente per persone molto ricche o snob e quindi il mio personaggio non sarebbe adeguato in una trama del genere.

Quando ha deciso di diventare attore?

Abbastanza tardi: ho intrapreso questa strada quando avevo già superato i trent’anni. Questi 10-12 anni che i miei colleghi hanno quando escono dalla scuola di recitazione io non li ho. Ma è perché non sono un figlio d’arte, nella mia famiglia sono l’unico attore quindi non è mai saltata fuori la questione. Avevo sempre recitato per hobby, spronato dagli amici, ma non avevo mai veramente pensato di farlo come professione. Quando poi ho deciso di tentarlo seriamente come lavoro vero e proprio ho ovviamente preso delle lezioni: non in una scuola di recitazione perché ormai ero troppo vecchio, ma da un’insegnante privata. All’inizio non doveva diventare un mestiere, ma poi mi sono così divertito che ho deciso di farlo come professione.

E prima di diventare attore che professioni ha svolto?

Sono stato negoziante di prodotti gastronomici fino a dieci anni fa e in totale ho svolto questa professione per trent’anni. Vendevo generi alimentari a locali aperti la sera: ristoranti, pub, club o caffè aperti di notte.

Quando ha deciso di intraprendere la carriera di attore ha iniziato con il teatro, il cinema o la televisione?

Ho iniziato in teatro e poi relativamente velocemente in televisione perché c’erano un paio di registi che m avevano visto a teatro. Si è comunque sempre trattato di ruoli che prevedevano uno, due o al massimo tre giorni di riprese: erano ruoli brevi quindi venivano velocemente uno dopo l’altro, ma ci è voluto più tempo per ottenere i ruoli principali, almeno fino agli inizi degli anni ’90.

Preferisce il lavoro in teatro o in televisione?

È difficile dare una risposta perché si tratta di due lavori completamente diversi: ciò che si fa qui non ha davvero nulla a che vede con il lavoro in teatro. Inoltre mi occupo anche di un programma teatrale in cui recito pezzi cabarettistici con un sottofondo musicale e canto anche. Si tratta di qualcosa di davvero speciale e anche molto divertente.

Cosa consiglierebbe ai giovani che sognano di diventare attori?

È difficile perché so bene quanto sia bello recitare. Mi sentirei di dire di pensare dieci volte se è veramente questa la professione che vogliono intraprendere, perché è vero che recitare è fantastico, ma è anche un lavoro molto difficile. Un giovane deve prima di tutto capire se è questo ciò che vuole fare e se è così allora lo deve fare bene, con il cuore. Ci sono molti giovani, soprattutto ragazze, che pensano di essere molto carine e di conseguenza credono di poter fare solo o le modelle o le attrici. Ma non può essere questo il motivo che ti spinge a diventare attore! Se invece si desidera davvero fare questo mestiere allora si deve sì rinunciare a molto ma i personaggi che interpreterai ti ripagheranno di queste rinunce. Fortunatamente a me è andato sempre molto bene perché, al di là di quello di attore, avevo  comunque un altro lavoro come negoziante.

Com’è lavorare in una soap? Trova la lunga routine quotidiana molto faticosa?

Direi di no. Anzi, ora è molto meno faticoso di quando ho iniziato, perché allora non ero abituato a questo formato. Ma c’è anche da dire che inizialmente il ruolo di Alfons era molto più limitato, mentre con il tempo si è sviluppato.

Questo lavoro le dà il tempo di prendere parte ad altre rappresentazioni?

Ho appena terminato di girare un episodio per “Rosenheim Cops”, ma erano due anni che non facevo altro oltre a “Tempesta d’amore”. Il problema è che qui c’è sempre così tanto da fare che non rimane tempo per nient’altro. Però il mio programma cabarettistico-musicale lo faccio ogni anno. Quest’anno, ad esempio, è durato dal primo dicembre fino a metà febbraio: gli spettacoli sono sempre nel finesettimana, qui a Monaco o nei dintorni.

Aveva già lavorato con alcuni dei suoi attuali colleghi prima di "Tempesta d’amore"?

No, con nessuno. Facevo parte della stessa agenzia di Mona (Charlotte Saalfeld), ma lei ne è uscita sei mesi dopo che io vi entrassi e non ci siamo mai incontrati di persona: avevo giusto visto la sua foto nel catalogo dell’agenzia! Recentemente c’è stata una guest star che interpretava la sorella di Rosy Zwick: in questo caso conosco molto bene l’attrice - Kathi Leitner -  perché avevamo già lavorato assieme. Però per quanto riguarda gli attori del cast fisso non conoscevo nessuno di persona.

C’è qualcuno in particolare con cui ama girare?

Ovviamente con la “mia“ Hildegard, perché sviluppiamo insieme così tante cose mentre se non conosci bene qualcuno è più difficile recitare con loro. Insomma, tra me e Antje funziona davvero bene. E poi mi sono divertito tantissimo con Xaver (jan van Weyde): girare con Jan è sempre esilarante… (conclude ridendo)

In generale, cosa le piace particolarmente di "Tempesta d’amore"?

Il fatto che sia una storia che ha avuto così tanto successo che tutti coloro che inizialmente ci deridevano e dicevano “ahahah una telenovela” ora sono terribilmente invidiosi del nostro successo. E questa è per noi un’enorme soddisfazione.

E che cosa, invece, l’ha sorpresa?

Quanto si potesse produrre in un giorno. Nelle mie precedenti esperienze in televisione avevo visto girare otto o massimo dieci minuti al giorno e non mi sarei mai immaginato che si potessero produrre 50 minuti ogni singolo giorno per anni. Questo mi ha davvero sorpreso.  E mi sono meravigliato di essere in grado di reggere questi ritmi: davvero non ci si rede conto quanti testi si possano imparare. Devo dire che per me ha funzionato molto bene.

Tra le otto stagioni della soap ce n’è una che l’ha colpita particolarmente?

Ci sono state coppie protagoniste che mi sono piaciute più o meno, ma non penso di poter scegliere una stagione in particolare. Indubbiamente ho molto amato quella in cui siamo andati a Verona: è stato molto piacevole lavorare con Lorenzo (Robert Saalfeld) ed Uta (Eva Krendlinger), ma anche con Inez Biorg David (Miriam Von Heidenberg). E poi la primissima stagione in cui mio figlio Alexander sposa Laura è stata davvero molto toccante. Come coppia, però, una delle mie favorite è stata quella composta da Emma e Felix.

Può raccontarci un aneddoto divertente avvenuto sul set?

Succede sempre davvero di tutto sul set. Ad esempio proprio poco fa stavamo girando una scena con gli attori in primo piano e delle comparse dietro. All’improvviso le comparse sono letteralmente sparite dalla telecamera perché erano cadute l’una sull’altra. È stato esilarante perché era una scena piuttosto drammatica… e per fortuna le comparse non si sono fatte niente: ovviamente se uno si fa male sul serio non è più divertente.
E poi naturalmente anche noi ogni tanto facciamo delle “papere”: crediamo di aver detto una cosa e invece diciamo tutt’altro e quando poi ci riascoltiamo non riusciamo a crederci. Questa è forse una delle parti più divertenti del lavoro.

C’è una scena tra quelle da lei girate per “Tempesta d’amore” che preferisce in assoluto?

Ho girato un paio di scene davvero molto belle con Charlotte all’epoca in cui scoprì di essere malata di cancro all’inizio della serie. Poi ovviamente ce ne sono di stupende con la mia Hildegard. E poi è divertentissimo quando devo interpretare due personaggi – Alfons e Gustl – e saltare da un personaggio all’altro: anche in questo caso ci sono un paio di belle scene.

Ha una scenografia preferita?

Ovviamente la mia reception: la adoro! Anche se devo ammettere che è una scenografia piuttosto “difficile” per un attore: essendo uno spazio molto grande, bisogna posizionare molte telecamere e strumenti per il suono ed è molto complesso non inquadrare “qualcosa che non si deve vedere” durante le riprese.

Cosa pensa della fama?  La ritiene qualcosa di positivo o negativo?

È qualcosa con cui si viene inevitabilmente in contatto lavorando ad una produzione di successo. Sono però convinto che non si debba intraprendere questo mestiere solo con lo scopo di diventare famosi, ma solo perché è un lavoro meraviglioso ed ami farlo. Il fatto è che la fama non ti dà nulla: camminare sul tappeto rosso non ti fa guadagnare più denaro. Ci sono persone a cui basta essere famose, ma preferisco chiamare me stesso “attore” piuttosto che una celebrità. Personalmente, lo status di VIP non mi interessa affatto.

Utilizza spesso i social network? In che modo si tiene in contatto con i suoi fan?

No, niente social network: utilizzo internet, ma Facebook è davvero troppo per me. Amo molto incontrare i fan durante i Fantag che organizziamo ogni anno qui a Monaco oppure se facciamo qualche viaggio promozionale. Amo molto i Fantag, perché anche se ti ritrovi a dover firmare 600 autografi in un giorno e alla sera non ti senti più la mano, vedere l’entusiasmo e la gioia con cui i fan vengono da te ti dà una grande carica e soddisfazione. Amo inoltre quando i fan vengono a cercarmi in teatro dopo una rappresentazione: amo questo genere di contatto diretto.

Infine parliamo del futuro: ha già dei piani per la sua carriera? Magari un bel film per il cinema…

Se venissero a propormi un personaggio interessante per un bel film al cinema, allora magari prenderei qualche settimana di pausa da “Tempesta”. Detto questo, non sto fremendo in attesa di ricevere un’offerta dal cinema. Anzi! Alla mia età ci sono un paio di pezzi teatrali dove posso interpretare dei ruoli maturi, come ad esempio “La brocca rotta” di Heinrich von Kleist: si tratta di una storia tedesca in cui il protagonista è un giudice di paese che però è più cattivo. Insomma, ho qualche idea, ma per il momento non ci sono piani concreti: ci penserò quando “Tempesta d’amore” finirà… e non ho idea di quando sarà.

Probabilmente mai…

Speriamo! (esclama ridendo) Dopo otto anni continuo a divertirmi come il primo giorno, quindi spero che non finisca così presto. Ma se un giorno il pubblico non ci apprezzasse più, allora non ci metteremmo molto a chiudere i battenti: purtroppo nel mondo dello spettacolo funziona così.

A cura di Elisa Chieno (Foto di scena: ARD / Ann Paur)

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato l'11 luglio 2013)


 


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