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Tempesta d'amore: Tv Soap intervista ERICH ALTENKOPF (Michael Niederbühl)

Riprendiamo dopo qualche tempo le nostre interviste agli interpreti di Tempesta d'amore incontrando sul set Erich Altenkopf, che nella soap presta il suo volto all'affascinante Michael. Lo ringraziamo per il tempo che ci ha concesso e per la disponibilità che ci ha dimostrato.

A cura di Elisa Chieno per Tv Soap.it - Riproduzione vietata

Ciao Erich! Grazie infinite per aver trovato del tempo per noi tra una scena e l’altra. Il tuo personaggio, Michael, è ormai nella soap da parecchi anni: trovi che sia evoluto come persona? Come descriveresti il Michael dell’ottava stagione rispetto a quello degli anni precedenti?

Cari italiani, buonasera! (esordisce in perfetto italiano) Nell’ottava stagione Michael è un uomo deluso dall’amore: ha avuto una brutta esperienza con Rosalie e la fine di quella relazione avrà effetti a lungo termine. Insomma, lo attendono tempi duri.

Pensi che Michael si innamori di Marlene per dimenticare Rosalie?

Il fatto che si innamori di Marlene è un fenomeno interessante. Capita a molte persone di avere per lungo tempo un partner di un certo tipo e ripetere sempre lo stesso schema, rimanendo ogni volta deluso ed arrabbiandosi con se stesso per esserci cascato di nuovo. E poi accade che improvvisamente ti innamori di una persona completamente diversa, opposta a quelle a cui eri “abituato”.  Il dottor Niederbühl ha sempre amato le donne indipendenti, che sanno quello che vogliono, mentre Marlene non è così… per lo meno all’inizio. E così scatta questo fenomeno: conosci qualcuno che è l’opposto del tuo ideale e, anche se è totalmente illogico, te ne innamori improvvisamente.
Ed è esattamente questo che è accaduto a Michael. In Germania diciamo “dove cade l’amore”: non puoi farci nulla, succede e basta. Insomma, lasciati sorprendere e divertiti.

In questa stagione Michael è coinvolto in un triangolo amoroso con Marlene e Konstantin: ti sei divertito a metterlo in scena? Ti sei mai trovato in una situazione simile nella tua vita?

In effetti mi è successo qualcosa di simile e, anche se è accaduto molti anni fa, ancora oggi non mi è facile ripensarci. Per quanto riguarda il dottor Niederbühl, ha molti problemi con la sua gelosia: capisce che c’è qualcosa che non va… che tra Marlene e Konstantin c’è qualcosa, ma non sa come andrà a finire.

Michael nel corso degli anni ha avuto molte donne: Tanja, Charlotte, Rosalie, Gitti ed ora Marlene. Tu quale avresti scelto?

Avrei scelto mia moglie! (esclama ridendo)

Ovviamente! Ma se fossi costretto a mettersi nei panni di Michael?

Uffa, questa è una domanda scorretta! (ride) Qualunque di loro io scelga, poi mi attirerei l’ira delle altre.

Tranquillo, non leggeranno l’intervista…

Non ne sarei così sicuro: sanno quasi tutte l’italiano… Siccome ci tengo alla mia vita, credo proprio che opterò per la risposta diplomatica: le sceglierei tutte! D’altronde anche Michael le ha scelte tutte.

C’è qualcosa che invidi al tuo personaggio e qualcosa che invece il tuo personaggio invidia a te?

Nei panni di Michael vorrei essere un po’ meno fifone e prendere un po’ del coraggio di Erich. Mentre come Erich non mi dispiacerebbe essere una grande medico come Michael!

Se ti chiamassero negli uffici degli sceneggiatori, che storia scriveresti per Michael?

Beh, ovviamente vorrei che tutte le belle donne della soap si innamorassero di lui! (ride)

Hai lavorato sia in teatro che in televisione?

In realtà ho lavorato quasi esclusivamente in teatro per più di vent’anni: prima di “Sturm der Liebe” avevo avuto solo un paio di esperienze in televisione.

Quali differenze hai trovato tra i due lavori? Ritieni il lavoro in teatro più difficile?

No, non più difficile, ma sicuramente molto diverso. Ad esempio venendo dal teatro bisogna abituarsi all’idea di avere una telecamera che può arrivare a due centimetri da te, mentre chi viene dalla televisione non è abituato a recitare davanti ad un pubblico di 700-800 persone. È molto difficile per un attore quando questa distanza viene ridotta.

Alcuni dei tuoi colleghi hanno ammesso di essere messi in soggezione dalla telecamera, perché può “vedere” anche la più piccola indecisione o imprecisione. È lo stesso per te?

È vero: la cinepresa vede tutto! Ma devo dire che amo lavorare con la telecamera. Non so nemmeno io spiegarmi perché, ma quando recitavo in teatro sognavo sempre di poter stare un giorno davanti ad una telecamera.

In teatro hai interpretato più commedie o tragedie?

Entrambe: ho fatto davvero di tutto e amo tutti i generi.

E ruoli più positivi o negativi?

Quasi sempre l’amante o il bravo ragazzo. (ride) Ma volte ho avuto anche la fortuna di fare il cattivo.

Trovi che siano più facili da interpretare i ruoli positivi o negativi?

Quelli positivi sono più facili, ma interpretare un cattivo è molto più divertente.

Quando hai deciso di diventare attore?

Il giorno in cui mio padre portò a casa una videocamera e mi vidi per la prima volta sul teleschermo: è stata una grandissima emozione. Avrò avuto 15 o 16 anni.

Sei l’unico in famiglia ad aver scelto questo mestiere?

Sì, sono l’unico. Non ci sono altri artisti in famiglia.

C’è qualche attore o attrice che ha rappresentato (o ancora rappresenta) per te un esempio?

Ce ne sono davvero tantissimi: non saprei dove cominciare… Sicuramente il “Cyrano de Bergerac” interpretato da Gerard Depardieu è stato un film importantissimo per me: la prima volta che l’ho visto, mi sono innamorato del personaggio ed ho giurato a me stesso che, se fossi diventato attore, un giorno l’avrei interpretato.

Non hai mai fatto film: ti piacerebbe un giorno cimentarti anche in questo genere?

Se un giorno ricevessi una chiamata da Hollywood e mi proponessero un ruolo da star ovviamente direi di no… (dice con espressione apparentemente seria) Perché mai dovrei andare a Hollywood? A parte gli scherzi, ovviamente mi piacerebbe molto. Qui c’è sempre molto da fare… oggi, ad esempio, questa è la mia prima pausa dalle riprese! Sul set di un film, invece, i tempi sono estremamente lunghi: lavori un’ora o due e poi il resto del giorno ti siedi da qualche parte e aspetti. In tutta onestà devo dire che preferisco il ritmo di lavoro qui.

Non trovi questa routine un po’ troppo stancante?

È estremamente  stancante: il lavoro è molto e richiede tantissima concentrazione. Ad esempio, spesso a scuola ci si chiede quanto ci voglia per imparare a memoria una pagina di dialoghi… Ora, qui avere dieci scene da girare in un giorno è assolutamente normale e considerato che ogni scena prevede due-tre pagine di testo, ci si ritrova facilmente con 20-30 pagine di dialoghi da imparare a memoria per un solo giorno. E poi ovviamente bisogna recitare davanti alla telecamera: preparare espressioni, toni di voce, gesti… Insomma, è molto faticoso! D’altronde, andando in onda quotidianamente, bisogna registrare una puntata intera ogni giorno, ovvero quasi 50 minuti di girato!

Cosa consiglieresti ai giovani che sognano di diventare attori?

Fatelo! E siate coraggiosi. Esattamente come deve fare uno scrittore.

In generale, cosa ti piace particolarmente di "Tempesta d’amore"?

Oddio… cos’hanno detto i miei colleghi?

In generale amano la squadra, il senso di famiglia…

E allora io mi distinguo e dico che qui mi diverto tantissimo! (esclama ridendo) E quando fai qualcosa con allegria, allora lo fai non solo volentieri, ma anche bene.

Avevi già lavorato con alcuni dei tuoi attuali colleghi prima di "Tempesta d’amore"?

Quasi… Nel 2008 ho lavorato in una serie poliziesca, “Soko Donau”,  in cui aveva lavorato per molti anni anche Mona Seefried (l’interprete di Charlotte Saalfeld), ma quando io ho iniziato lei aveva appena finito… quindi curiosamente non ci siamo mai incontrati sul set.

“Soko Donau” è una serie austriaca, vero?

Sì, è girata a Vienna, che poi è la mia città natale. E anche Mona è viennese.

Ed hai lavorato principalmente in Germania o in Austria?

Ho frequentato la scuola di recitazione a Vienna ed ho lavorato molto lì, soprattutto in teatro. Poi ho lavorato anche a Berlino, ma principalmente a Vienna e altre località austriache, soprattutto vicino ai confini con l’Italia e la Slovenia, dove vive mia madre.

Tu ami molto il nostro Paese…

Sì, adoro l’Italia e cerco di andarci ogni volta che posso. La scorsa settimana, ad esempio, stavo discutendo con mia moglie su cosa fare nel weekend e, invece che andare al cinema, lei mi ha proposto “Che ne dici di un giretto in Italia?”.

C’è qualcuno dei tuoi colleghi in particolare con cui ami girare? Con chi ti diverti di più?

Considerando anche i colleghi che non sono più nella serie, devo dire che Natalie Alison era fantastica: ogni scena con lei era una garanzia di divertimento. Ma amo molto lavorare anche con Mona: insieme abbiamo girato delle scene splendide. E poi anche con Moritz (Konstantin Riedmüller) e Lucy (Marlene Schweitzer) abbiamo un’ottima intesa.

Conoscevi già “Tempesta d’amore” prima di inizia a lavorarvi?

Ehm… ammetto di no!

C’è una scena tra quelle da te girate per “Tempesta d’amore” che preferisci in assoluto?

La storyline in cui Michael rimase cieco dopo una caduta da cavallo è stata per me come attore una grande sfida e, di conseguenza, un’enorme soddisfazione.

Come ti sei preparato per affrontare queste scene, in cui dovevi fare la parte del non vedente?

Ho guardato più volte “Scent of a Woman - Profumo di donna” di Al Pacino, perché trovo che abbia interpretato in modo incredibile il cieco. Sono inoltre andato in un ospedale, dove ho parlato con dei medici ed ho osservato dei pazienti diventati non vedenti. Mi è stato spiegato ciò che si prova nel perdere la vista e che è qualcosa di totalmente diverso dal nascere ciechi. Ho imparato tantissimo da loro ed è stata un’esperienza al contempo triste ed interessate. Ho un enorme rispetto ed ammirazione per le persona che devono portare questo terribile peso, ma ho capito davvero quanto sia dolorosa la loro situazione solo visitandoli: uno non riesce a capirlo prima. Una dottoressa con cui ho parlato all’ospedale mi ha spiegato che c’è una fase in cui ti rendi conto di aver perso la possibilità di vivere la tua vita come prima e inizi a sviluppare nuove capacità: c’è un’enorme pressione psicologica in questo periodo di transizione. È stato difficile recitare queste scene e le ho recitate con un grande senso di rispetto verso queste persone. In quel periodo ho interpretato Michael come un persona molto debole: non ha le forze, non riesce a relazionarsi con le cose, ha un grosso dolore…

Hai una scenografia preferita? Preferisci girare in esterna o negli studi?

Amo le esterne, ma solo in estate! In inverno è molto meglio starsene qui negli studi al calduccio… quindi diciamo che la mia scenografia preferita varia a seconda della temperatura! (conclude ridendo)

Ci puoi raccontare un aneddoto particolarmente divertente avvenuto sul  set?

Non mi viene in mente nulla… o meglio, nulla che possa raccontare senza finire nei guai. (aggiunge ridendo)

Cosa pensi della fama? La ritieni qualcosa di positivo o negativo?

La fama è sicuramente qualcosa di lusinghiero: soprattutto all’inizio fa un enorme piacere, poi ci si abitua… Cioè, è sempre bello quando la gente ti cerca e si complimenta con te. Il problema è che alla fine ti rendi conto di non avere più una vita privata: all’inizio non te ne rendi conto, lo capisci solo dopo. Non puoi più sederti da nessuna parte senza che qualcuno venga lì a chiederti “sei proprio tu?” e questo a lungo andare non è facile. Ma fa parte del lavoro e quando non sei famoso pensi che sarebbe bello esserlo. Per me la fama ha senso quando la si può utilizzare per sensibilizzare le persone riguardo all’ambiente o ad altre tematiche importanti.

Utilizzi spesso i social network? In che modo ti tieni in contatto con i tuoi fan?

No, non so nemmeno io perché... forse perché lo fanno tutti. Ho un sito internet ed anche una pagina Facebook, ma non la uso… spero che i miei fan non si arrabbino quando non rispondo.

Per finire, dove ti vedi tra dieci anni? C’è un sogno in particolare che vorresti realizzare?

Hollywood, naturalmente! O magari Cinecitta…

© TvSoap.it - Riproduzione vietata (fotografie di scena: copyright ARD / Ann Paur)

(Pubblicato il 26 giugno 2013)


 


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