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Un posto al sole: Tv Soap intervista MICHELE CESARI (Tommaso Sartori)

Oggi Tv Soap incontra l'attore Michele Cesari, che dai primi mesi del 2012 interpreta a Un posto al sole il personaggio di Tommaso Sartori, ma che in futuro vedremo anche su Raiuno nel cast del film per la tv Un angelo all'inferno (dedicato al delicato tema delle dipendenze).

Intervista a cura di Carla per TvSoap.it

Ti dichiari un ragazzo timido e riservato che raramente dice quello che pensa. Tommaso è esattamente l'opposto. Ma allora a chi ti sei ispirato per interpretare un disgraziato simile?

Più che timido diciamo riservato, perché quando è il caso di affermare me stesso non mi tiro indietro, solo non smanio dalla necessità di farlo. Se mi si prende sul lavoro, per esempio, ho le idee molto chiare e sono molto deciso nel difenderle e argomentarle. Nei rapporti umani, diciamo con gli sconosciuti, sono più timido, nel senso che ho bisogno di motlo tempo per dare confidenza ad una persona. Ma se chiedete ai miei amici più cari non vi diranno certo che sono timido, anzi....

Per quel che riguarda Tommaso e poi in fondo tutti gli altri personaggi, per costruirlo vado ad osservare la mia vita quotidiana per vedere in quali circostanze mi comporto come il personaggio in questione, isolo quel modo di fare, di essere di quel momento e cerco di svilupparlo cercando di relazionarmi al mondo sempre in quel mood... Il mio campo preferito di prova per i personaggi infatti è Porta Portese, dove nessuno mi conosce e posso sperimentare i miei personaggi senza vergoogna.

Avevi rifiutato il ruolo di Marcello e poi hai accettato questo. Come mai?

Perchè nel 2008 ero molto impegnato, mentre all'inizio del 2012 no.

Come ti hanno detto che passavi dall'essere il cugino povero di Fillippo al figlio segreto di Ferri? E cos'hai pensato in quel momento?

Come spettatore sapevo che sarebbero stati guai per un personaggio come Tommaso ricevere una notizia del genere, mentre per me è stata una gioia perché sapevo che mi sarebbero toccate scene complicate ma dove mi sarei divertito molto.. come è stato!

Con quale personaggio femminile estraneo alle sorelle Cirillo ti piacerebbe interagire nella soap?

Negli ultimi tempi mi è capitato di lavorare con Ornella e Marina ed è stato piacevole. Mi piacerebbe interagire con Arianna o con Rossella, ma le relazioni dove devo sedurre - per questo tipo di lavoro che faccio con Tommaso - sono le più difficili ma anche quelle dove mi devo mettere di più in gioco e alla prova.

Tommaso è entrato in scena con un background definito ma non troppo. Ti sei immaginato altre avventure o caratteristiche passate del personaggio per interpretarne il presente?

Io, normalmente, per tutti i personaggi arricchisco la biografia, ampliandola con fatti ed avvenimenti immaginari per completare il profilo che mi viene proposto quando mi si presenta un ruolo. Mi serve per avere sempre punti fermi per mantener vivo il personaggio in ogni circostanza, specialmente quando le relazioni con l'esterno e con gli avvenimenti temporali non sono specifici.

Come va il rapporto con la notorietà che dà la soap? Ci sono mamme che ti incontrano e ti fanno la ramanzina o sono più le ragazzine affascinate dal bad boy?

No, le mamme sono tutte molto gentili, così come le ragazze che mi dovrebbero vedere come un bad boy; chi mi riprende spesso invece sono gli anziani, sopratutto i signori nel periodo in cui mi ero appropriato dei 450 mila euro della vendita del rene. Le prime volte ero preso alla sprovvista, ora mi fa sorridere...

Domanda "obbligata" per il target femminile: sei fidanzato?

No, in questo momento non sono fidanzato.

In America in quali produzioni hai lavorato? Che differenze hai trovato in particolare col modo di lavorare che c'è in Italia? Il ricordo più bello che hai di quel periodo?

Le due più grosse sono state Luftmensch Film e 13th street theatre, poi principalmente con studenti delle maggiori università newyorkesi. Per quel che riguarda le differenze, a parte il budget medio che naturalmente è più alto negli States, la cosa da sottolineare e che mi ha colpito anche di più è l'importanza, la cura e il rispetto dato al "momento creativo dell'attore". Purtroppo nella maggior parte dei set nei quali ho lavorato in Italia ci si aspetta dall'attore un prodotto fatto, finito e confezionato come se fosse fatto in serie. Invece non è così: è un vero e proprio processo creativo che richiede attenzione ma sopratutto protezione. Credo sia questo che negli ultimi anni abbia abbassato la qualità in Italia.

All'epoca di Terapia d'urgenza ricordo un botto di richieste online di informazioni su di te. Che ricordo hai di quell'esperienza? Si trattò di una serie amatissima in rete e poco capita al di fuori, secondo te perché?

Per me Terapia d'urgenza ha rappresentato un passo molto importante, perché è stata la prima volta in cui mi è stata accordata fiducia per interpretare un ruolo che uscisse dai miei soliti schemi del bellino e bravo ragazzo, attraverso un personaggio un po' goffo e imbranato ma disperatamente alla ricerca della sicurezza in se stesso. Grazie al cielo, dopo quello il mio target interpretativo si è spostato su personaggi più estremi, che sono quelli che mi richiedono più inventiva. Purtroppo sullo schermo non ebbe molta fortuna perché, dal mio punto di vista, le puntate erano troppo lunghe; le storie all'interno avevano un buon nocciolo, un buon punto di partenza ma poi il format di un'ora e mezza le dilatava troppo perdendo l'attenzione immediata dello spettatore.

Hai dichiarato che non puoi fare a meno di questo lavoro. Perché? Cosa ti dà la recitazione che un altro lavoro non potrebbe darti?

Perché è quello a cui penso durante la mia giornata; le mie idee, le mie osservazioni, le mie considerazioni sono tutte fatte in funzione della recitazione. Stimola naturalmente la mia curiosità.

Il regista, l'attore e l'attrice con cui hai lavorato che ti hanno lasciato di più?

Il regista è probabilmente Bruno Gaburro, perché ha ascoltato le mie idee e come io avevo intenzione di rappresentare (internamente ed esternamente) il personaggio, tutto seriamente rimandandomi poi il suo punto di vista nell'interezza della storia con osservazioni di una pertinenza sorprenente.

L'attore, purtroppo non ricordo il nome e mi scuso, è un ragazzo down con cui lavorai a Sottocasa: ebbi soltanto due scene con lui, ma in entrambe, con la sua spiazzante semplicità riusci a sorprendermi, innalzando la scena ad un livello di verità che ho raggiunto poche volte. L'attrice è sicuramente Daniela Giordano per la profondità, l'autenticità e la facilità (almeno apparentemente) di emozione.

Il regista, l'attore e l'attrice con cui non hai ancora lavorato e con cui ti piacerebbe farlo?

Mi piacerebbe lavorare con Alaique e Riondino perché stimo il loro lavoro. Regista, Bertolucci perché i personaggi nei suoi film non sono mai comuni. Per qual che riguarda l'attrice mi piacerebbe provare a relazionarmi in una scena con Pamela Villoresi (anche se ci ho fatto un film, ma non ho interagito per nulla con lei) e con Stefania Sandrelli, perché entrambe, quando le vedo sullo schermo, riescono a toccarmi nell'intimo.

Scrittura, produzione, regia e cast: secondo te come si divide il merito del successo di una fiction?

Secondo me, alla base di un progetto audiovisivo di alta qualità c'è sempre la scrittura: la trama, la descrizione dei personaggi, come parlano, i dialoghi, sono la condizione necessaria per creare un buon prodotto di sano intrattenimento. Poi, il budget, una buona regia e dei buoni attori possono anche salvare una scrittura mediocre, ma rimane il fatto che la drammaturgia è il cuore.

 

Si dice spesso che lavorare contemporaneamente in una soap e altrove sia molto difficile. Tu però sembri sfatare questo mito… allora è possibile? E cosa ci vuole per ottenerlo?

Per lavorare in una soap e contemporaneamente ad altri progetti quello che serve è tanta pazienza e calma per mettere d'accordo tutti nell'incastrare le date. Questo serve.

Hai dichiarato che nel 2006 facevi due provini alla settimana e quando sei tornato ne hai fatti cinque in un anno. Ora però la tua carriera sembra ripartita: un film in tv, uno al cinema e la soap. Secondo te perché "funzioni" al punto che ti chiamano così tanto nonostante la difficoltà dell'ambiente?

Credo che il motivo per cui mi chiamino sia la mia professionalità e la mia serietà sul lavoro; poi, di sicuro l'aspetto fisico aiuta...

E invece in cosa ti piacerebbe migliorare ancora?

Io lavoro molto sull'uso del corpo, cerco sempre di dare una forma all'aspetto fisico del personaggio che sia congrua al profilo psicologico, ma il punto che mi piacerebbe esplorare e migliorare è il suono della voce, più specifico per ogni personaggio.

Ci sono progetti futuri di cui ci vuoi parlare?

Per ora no, non voglio parlare di nulla, voglio aspettare l'uscita di "Un angelo all'inferno".

Ringraziamo Michele Cesari per averci concesso l'intervista.

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 6 dicembre 2012)


 


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