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Un posto al sole: TvSoap intervista EMILIANO DE MARTINO, che interpreta Alfonso Vitale (seconda parte)

Come promesso, ecco la seconda ed ultima parte (la prima la trovate QUI) dell'intervista da noi realizzata con Emiliano De Martino, che in Un posto al sole interpreta Alfonso Vitale.

© Intervista a cura di Carla per TvSoap.it

Attori si diventa o si nasce? Quanto conta lo studio e quanto il talento?

Questa è una domanda che mi sono posto tante volte. Razionalmente sono arrivato alla conclusione che attori bisogna nascere, nel senso che è qualcosa di talmente e totalmente diverso dalla realtà, richiede una tale particolare sensibilità che altrimenti non puoi imparare. Però il punto è che nascendo con quel tipo di predisposizione non nasci attore, ma artista. Poi la forma di espressione la scegli tu. Nel mio caso a 12 anni non avevo mai fatto teatro né ci ero mai andato… volevo fare il calciatore, giocavo. Non vedevo la mia vita lì e non la sognavo. Sono sempre stato l’opposto dei bambini fenomeni ed egocentrici. E quindi non credevo di essere nato per questo. Però poi ho deciso di farlo, ho fatto di tutto per farlo e ora lo faccio. Per cui la mia conclusione è che si può anche decidere di fare l’attore, ma bisogna avere la fortuna di nascere con una certa sensibilità e con caratteristiche precise… e se ci nasci e riesci a individuarle allora attore ci diventi.
Poi bisogna considerare che la vita di un attore è un’insicurezza e un cambiamento continuo, e che il successo è una cosa e la notorietà un’altra. Il successo è riuscire facendo quello che vuoi fare, e allora godi. Se vuoi diventare famoso… fai altro.

Conoscevi già qualcuno degli attori con cui hai lavorato?

Negli anni avevo conosciuto alcuni per vie traverse: perché come dico sempre il mondo è grande come è grande Roma, che dieci anni fa mi sembrava immensa e ora sembra un paese in cui ai festival, alle serate o a teatri incontri e saluti tutti. Conoscevo Patrizio Rispo, Peppe Zarbo, Carmine Recano… Quasi tutti. Quelli “nuovi” che ho conosciuto ora sono Claudia Ruffo, Riccardo Carbonelli, Nina Soldano... che sono meravigliosi, fanno i cattivi ma sono fantastici. E’ tutto un gruppo bellissimo e non me l’aspettavo, è stato come entrare in una famiglia, mi hanno accolto benissimo e la sto vivendo veramente come una famiglia.

Qual è la cosa più difficile per te nell’istante successivo al ciak? A cosa pensi in quel momento?

No, in quel momento io non penso: sono già Alfonso e sono immerso nella situazione e nel momento. È una cosa che viene dal teatro, mi serve per entrare prima nel personaggio, già dal “motore che gira” sono dentro di lui e a quel punto do le battute come mi vengono, a volte anche cambiandole ma naturalmente senza compromettere lo svolgimento della scena. Devo dare una mia naturalezza e fortunatamente me lo permettono perché sanno che non esco dalle righe e non stravolgo tutto.

Qual è il ruolo che hai interpretato a cui sei rimasto più legato?

Dal punto di vista delle “conseguenze” il film Manuale D’Amore 2, che era un piccolo ruolo ma dal quale tutto è partito, e soprattutto che mi ha permesso di condividere il set con Carlo Verdone che è stato meraviglioso.
Dal punto di vista del ruolo, prima di questo direi quello di Umberto Polito nella Nuova Squadra, che sicuramente era meno presente nelle singole puntate ma è durato un paio d’anni e oltre alla visibilità mi ha permesso di far fare al personaggio un percorso più a lungo termine in cui cresceva, si evolveva e superava alcune cose. Poi c’è il fatto che si trattava di un personaggio molto negativo e io adoro interpretare personaggi così lontani da me.

L’attore con cui hai lavorato che ti ha dato di più professionalmente da portarti a casa.

Io nell’attore prima di tutto cerco la persona. Il personaggio arriva e passa, se cerchi qualcosa nel mio personaggio attuale cosa c’è a cui ispirarsi? Invece la persona resta, per cui quando lavoro con un attore cerco di prenderne il massimo. È successo con Carlo Verdone, con Claudio Amendola, con Massimo Lopez, con Toni Sperandeo, con Antonello Fassari che è diventato un grande amico e un genio del teatro che ha idee meravigliose e col quale stiamo anche preparando una cosa insieme. Poi ho lavorato con Rolando Ravello che ritengo uno degli attori italiani più bravi, e infine mi ispiro a Pierfrancesco Favino ed Elio Germano, che secondo me hanno una verità disarmante nell’interpretazione e che non sento lontanissimi, almeno come fascia di età. Come livello artistico sì, e infatti spero di lavorarci assieme. Poi ovviamente c’è Fiorello, che è il mio mito e non è un attore ma è tutto. Cantante attore imitatore... cinque minuti con lui sono una cosa incredibile.
Con alcuni il rapporto è proprio diventato amicizia, mi hanno visto crescere dai tempi in cui facevo il cameriere in un ristorante molto frequentato da attori, e negli anni mi sono rivolto spesso a loro per dei consigli sulle scelte personali e professionali perché so che avendo fatto il mio stesso percorso mi possono capire e indirizzare al meglio.

Hai partecipato a un programma con Max Giusti su Radiodue. Com’è andata?

Quella è stata un’idea di Max… lui e le persone dello staff come Francesca Zanni e Giuliano Rinaldi li ho conosciuti sempre via ristorante ed è stato proprio Max a coniare il nome “Ristoattore”. Avevano questa trasmissione e mi hanno proposto una piccola partecipazione in una puntata: “Vieni, giochiamo insieme, ti facciamo fare il ristoattore e ti lanciamo così”. E quindi io andavo e mi facevano dei trabocchetti, delle improvvisazioni… finivo per “provare” un monologo di fronte a 2 milioni di telespettatori. Alla fine mi hanno fatto trovare quello classico di De Niro “ehi, ce l’hai con me?”, hanno fatto partire l’orchestra live e io l’ho improvvisato voltandolo in napoletano… sono stato guest ricorrente per settimane e credo che ci tornerò presto, li ho sentiti recentemente... è una bella scuola!

Sei entrato a Upas in un ruolo scomodo del filone “sociale” della soap. Secondo te quanto conta la componente “sociale” nel successo di Un posto al sole?

Credo che conti molto, perché va bene la linea stilistica delle mura di Palazzo Palladini, dei suoi interni e delle sue storie d’amore, però l’ingresso di Vintariello, il grande Antonio Pennarella, strepitoso attore, col suo personaggio di rottura e poi l’arrivo del mio portano la “strada vera” nella vita di queste persone. Li avevamo visti raramente in esterna, a rapportarsi con la Napoli cruda che non è solo pizza e mandolino. Il mio personaggio parla volutamente un dialetto molto stretto per essere “vero”, è un messaggio sociale che non vuole stereotipare la camorra, perché la camorra non è Napoli, ma un modo di pensare. Essere camorrista non è sparare ma pensare seriamente di sparare, e succede a Napoli ma anche altrove e il messaggio può diventare positivo nel momento in cui si dà un’evoluzione o una redenzione. Ma naturalmente ci può anche stare che un personaggio non vada avanti ma muoia o vada in galera, e anche quello è un messaggio, forte. Anche quello fa capire che fine fai.

Se ti avessero scritto una storia sentimentale, con quale delle ragazze del cast avresti preferito interagire?

(Ride) Oddio non sarebbe molto felice la mia fidanzata! Allora, se proprio devo scegliere dico Arianna, Samanta Piccinetti. Sia perché la conosco da anni, abbiamo fatto teatro assieme ed è una carissima amica – però da quando sono a Napoli a girare non riesco a beccarla nemmeno di striscio nei camerini e a salutarla – sia perché è una brava attrice, sia perché il suo personaggio si potrebbe avvicinare al mio modo di interpretare il lato più morbido di Alfonso. Ma anche le altre sono carinissime, c’è Viola che è bellissima… lo sono tutte. Se ne devo scegliere una, allora che sia Arianna.

Una cosa che ti è piaciuta molto del tuo personaggio e una che avresti proprio voluto cambiare.

Mi è piaciuto il suo linguaggio, non quello verbale ma il modo che ha di raccontare se stesso e la sua vita e di vederla in prospettiva di un obiettivo. Poi naturalmente in questo caso è un obiettivo negativo ma a prescindere da questo il fatto che un giovane abbia un obiettivo è bello, e poi mi ha appassionato il tipo di work in progress.
Una cosa che mi sarebbe piaciuto cambiare… avrei desiderato farlo non proprio ventenne, interagire in maniera più matura con personaggi più adulti, più vicini a me stesso. Ho girato delle scene con “Nunzio” che è tenerissimo… però ovviamente con Peppe Zarbo, per esempio, potrei rapportarmi con una maturità diversa del personaggio.

Una cosa che non sappiamo del tuo personaggio e che sai solo tu perché l’hai usata per prepararti.

Per interpretare Alfonso io ho fatto un percorso in parte ispirato agli altri personaggi che avevo fatto, sia nella Nuova Squadra che in Tatanka, e in parte alla mia memoria adolescenziale, tenendo sempre presente che questa volta entravamo in un contenitore diverso, per famiglie, in una diversa fascia oraria.
È difficile, perché devi essere spietato senza essere troppo crudo, c’è un limite di credibilità, è difficile… in un film c’è maggiore libertà. In un contenitore come Un posto al sole anche cose così forti devono essere equilibrate dall’interiorità dell’attore che scava dentro di sé per trasmettere una sensazione non con un pugno ma con uno sguardo.

Una domanda obbligata visto che siamo un sito internet che parla di tv: che rapporto hai con la tecnologia e i social network? Per te sono un’opportunità o una scocciatura?

Io sono stato uno degli ultimi della mia comitiva di amici ad avere Facebook. Ora sono su Facebook, su Twitter, ovunque, ma credo che siano una comodità solo se non se ne diventa schiavi, e invece la cosa che mi preoccupa è che ci sono persone, anche ragazzini giovanissimi, che confondono la realtà vera con quella lì e stanno connessi 20 ore al giorno. Immaginare in futuro mio figlio che sta 15 ore di fronte al pc con degli sconosciuti… no, preferisco scendere per strada, giocare a pallone, litigare come ragazzini… vorrei che la vita ritornasse quella reale. Parliamo, guardiamoci in faccia, telefoniamo, non chattiamo soltanto.

Sei il capocomico dei tuoi sogni per un mese: puoi portare in teatro lo spettacolo che vuoi col cast che vuoi. Chi scegli e in che ruoli li metti?

Questa è una domanda bellissima perché proprio prima di entrare in Un posto al sole io avevo cominciato l’allestimento di “Ganser”, che è il nome di una sindrome psichiatrica che in questo spettacolo rendo su una linea molto comica e ironica. È uno spettacolo che ho desiderato e desidero ancora, con persone di cui mi fido, che mi danno qualcosa. E lo porteremo in scena l'anno prossimo, per cui citare gli attori che avevo scelto mi pare il minimo, visto che gli ho fatto rinviare il tutto!
Come ho detto, prima del personaggio cerco l’attore, la persona. E in questo progetto mi sono occupato di tutto, tassello per tassello, punto per punto, compresi la regia e la scelta degli attori. E ho scelto Rossella Pugliese, che è la mia fidanzata e con la quale convivo, Alessia Francescangeli, Pio Stellaccio – che è uno dei protagonisti della fiction “I camorristi” e che viene dallo stesso paesino mio con 10000 abitanti in provincia di Salerno ma con cui non siamo mai riusciti a lavorare se non in un episodio della Squadra in cui lui moriva subito… e finalmente ci siamo ritrovati ieri nel mio primo allenamento nella nazionale calciatori -, Lorenzo Patané che dopo Tempesta D’Amore farà il primo spettacolo a teatro in Italia e sarà questo, e Ashai Lombardo Arop, che è una danzatrice speciale.

Per concludere devo fare la domanda di rito: hai parlato di un ipotetico figlio futuro, di una fidanzata ufficiale… ci sono fiori d’arancio in vista?

(ride) Lo sapevo che ci arrivavamo. Allora, no, non ci sono notizie imminenti, ma condividiamo da anni la vita lavorativa e professionale, oltre quella sentimentale – lei è ballerina oltre che attrice – e viviamo assieme a Roma da due anni. Il 6 aprile abbiamo festeggiato i quattro anni di fidanzamento e sicuramente appena troviamo un equilibrio e una stabilità ne approfitteremo per mettere in piedi una famiglia… se non avessimo una professione così complicata forse saremmo già al punto di arrivo perché ci crediamo e siamo pronti per farlo.

Ricordandovi che la prima parte dell'intervista a Emiliano De Martino è disponibile CLICCANDO QUI, ringraziamo ancora una volta l'attore per la sua squisita disponibilità.



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© TvSoap.it - Riproduzione vietata. Foto di Emiliano De Martino da Facebook

(Pubblicato il 25 aprile 2012)


 


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