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Centovetrine: Tv Soap intervista DANIELE CARNACINA, produttore creativo della soap e regista del film "Un'insolita vendemmia"

Oggi Tv Soap ha il piacere di intervistare Daniele Carnacina, che noi conosciamo soprattutto come produttore creativo di Centovetrine ma che in questi giorni è al centro dell'attenzione mediatica anche per aver diretto un film di cui si sta parlando molto: si tratta di Un'insolita vendemmia, che sarà al cinema dall'11 aprile e che vede protagonisti diversi attori della soap torinese. Ecco il resoconto del nostro incontro con lui.

A cura di Carla per TvSoap.it. Riproduzione vietata.

Se Un'insolita vendemmia fosse un vino per accompagnare una portata, che vino sarebbe e che portata della vita accompagnerebbe?

Bella domanda; sarebbe un vino rosso, mosso, tipo Barbera o Bonarda, ma di quelli con una certa struttura. Mosso perché è più allegro, festaiolo, ma con un certo corpo perché deve avere anche sostanza. Accompagnerebbe la portata della "resurrezione dopo una crisi", una fase che oggi più che mai è da augurarsi per tutti.

Tre parole per descrivere il film, tre motivi per vederlo, tre immagini che resteranno allo spettatore quando uscirà dalla sala.

Sorprendente, insolito, solare. È da vedere appunto perché è insolito, drammaticamente divertente e molto ben recitato, e racconta una storia con un capo e una coda. Sulle immagini non so, sarebbe facile risponderti: una scena in cui sono nudi in vigna, ma più che altro credo rimanga un senso di amicizia e di fiducia nel futuro.

Dal punto di vista del produttore, qual è stata la sfida produttiva più difficile da gestire e che le ha dato più soddisfazione una volta vista in onda, sia in Centovetrine che in Un'insolita vendemmia. 

Sono due prodotti totalmente differenti e nati per un mezzo differente, per cui mi è molto difficile fare confronti. Diciamo che per un produttore Centovetrine è una gara lunga, una maratona, mentre Un’Insolita Vendemmia è stato uno sprint, i 200 metri.

Dal punto di vista tecnico, e dovendolo spiegare a un neofita, quali sono le differenze nel girare una soap e un film per il cinema? 

Come mezzi tecnici ormai non ci sono più molte differenze; sia al cinema che in tv si usano sempre più spesso le stesse camere (io ho usato due Alexa della Arri). Nel mio caso una grossa differenza è stato il tempo: ho girato velocemente, in 13 giorni, ma rispetto alla soap mi sembrava un grande lusso, e ho potuto fare delle belle cose in esterni (ecco un’altra differenza, le esterne), che nella soap ci sono un po’ precluse. Giri anche campi più lunghi e meno primi piani, perché lo schermo del cinema è molto più grande, ma credo che alla fine importi sempre la stessa cosa, sia in televisione che al cinema: girare una storia interessante con attori che sappiano farti credere per un paio d’ore che sia qualcosa di molto simile alla realtà.

Ha cambiato i look degli attori in vista del film per il cinema o ha lasciato l'immagine "da soap" che avevano?

No, sono molto cambiati, alcuni molto molto (penso ad Alpi nudo o a Belli che fa il militare un po’ svanito).

Fatto cento il successo di una soap, in che percentuale contano la scrittura, il cast, la regia, la produzione (tutto il resto)? Nel cinema queste percentuali variano?

Scrittura e cast contano molto; la regia deve essere capace di "nascondersi", è come l’aria, che se la senti vuol dire che comincia a mancare. La produzione tiene tutto insieme, ma la produzione comincia sempre dalla scrittura, è li che si deve intervenire, a monte, poi può essere tardi.

I dati auditel sono una religione i cui fedeli si riuniscono ogni mattina alle 10 in punto. Secondo lei c'è una correlazione tra le storie e le scene in una determinata puntata e il risultato di quel giorno? E quando è influenzato da fattori esterni?

Secondo me difficilmente in una fiction la singola scena può alzare o abbassare l’auditel. Un trend delle storie invece sì, perché se ci sono storie interessanti il passaparola può scaldare i telespettatori più tiepidi, ma non nell’arco di un giorno. Fattori esterni che lo condizionano sono senz’altro il tempo atmosferico (giornate di pioggia e freddo portano davanti alla tv spettatori occasionali che difficilmente vedranno una fiction di lunga serialità, per cui la share ne risente) e eventi di programmazione eccezionale, come fatti importanti di attualità.

Ricordo sia nei primi anni sia nella conferenza che avete tenuto al Dams di Torino il connubio "sogno e immedesimazione". Resta ancora valida quell'idea? E quale dei personaggi di Centovetrine la rappresenta in questa stagione e chi la rappresenterà in futuro?

Sogno e immedesimazione vale ancora molto per Centovetrine; diciamo che spesso è una soap "aspirazionale", in cui molti personaggi creano desideri di identificazione. Attenzione, non significa necessariamente successi economici; spesso, anzi, il personaggio aspirazionale lo è perché ha aspetti psicologici che fanno dire "mi piacerebbe essere come lei in quel frangente (o come lui)". Poi c’è l’amore, che è aspirazionale per eccellenza. Difficile fare una scelta dei personaggi più aspirazionali, credo che Centovetrine ne abbia creati parecchi e molti della serie in corso lo siano.

Una curiosità per i lettori: di cambi sulle trame prima di girarli ce ne sono stati sicuramente tantissimi, ma ne ricorda uno epocale rispetto a come era stata disegnata la storia, che poi si è trasformato in un successo?

In verità no; il lavoro sulle majors (le storie macro) è molto approfondito e discusso, per cui difficilmente dopo gli incontri tra scrittori, committenti e produttori si cambia radicalmente strada. Quando la storia comincia a venire messa nei soggetti e poi sceneggiata è già ben instradata. Per cui cambi ce ne sono spesso (è chiaro che se un attore rende sotto le aspettative il personaggio viene diminuito, o viceversa aumentato nel caso contrario; oppure se uno si rompe una gamba la storia prevederà che anche il personaggio se la rompa), ma "epocali" non ne ricordo.

Il product placement sta facendo il suo ingresso in moltissime delle serie tv e anche a Un posto al sole l'hanno usato sia con le Poste, sia con location turistiche poco conosciute che hanno avuto un ritorno pubblicitario. Centovetrine fa quasi quattro milioni di spettatori: nella prossima stagione - che avrà anche una differita minore tra girato e messa in onda - il product placement ci sarà? E un merchandising della soap (dvd a distanza di un mese, magliette, diari per la scuola…) avrebbe un mercato secondo lei?

Sul merchandising sono un po’ scettico, invece il product placement, fatto bene e con giustificazioni realistiche di storia, è una strada che percorreremo anche noi.

Da quando Video Mediaset carica le puntate di Centovetrine e le lascia per un mese i numeri iniziano a diventare importanti. C'è una media di 30-40.000 visualizzazioni con picchi di oltre 50.000. Quei numeri vengono conteggiati nello share o comunque in "tutto ciò che frutta Centovetrine"? E soprattutto… quei numeri vogliono dire che c'è una fascia di pubblico affezionata a Cv che non può guardarla nell'orario canonico. Cosa si potrebbe fare per recuperarla?

Quel pubblico non entra nella share del programma pomeridiano, ma dà comunque "spessore" al nostro brand. È importante infatti che un prodotto come il nostro si rivolga al suo pubblico in più forme, e la dimostrazione di affetto e competività che citate ci dà più forza. Che vi sia un impegno per ripagare anche il pubblico che non può vedere Centovetrine nell’orario canonico credo che sia ormai un dato di fatto.

Se tutto fosse possibile, e budget e impegni esterni non contassero, chi rivorrebbe oggi nel cast di Centovetrine? Tre nomi.

Non è presunzione né tantomeno snobismo, ma davvero penso che la soap non abbia bisogno di nomi conosciuti, ma di attori giusti per il ruolo, tanto poi se funzionano conosciuti lo diventano con noi. Mi piace molto accostare attori di esperienza e spessore teatrale o doppiatori (Rigillo, Biagini, Ward, Cordova per citarne qualcuno transitato in Centovetrine) con giovani scoperte. È un bel mix.

Se un'insolita vendemmia andasse bene, questa è un'avventura che vorrebbe rivivere? 7-8 mesi di Centovetrine all'anno e un film nel resto del tempo? Potrebbe essere un modello sostenibile?

Sono molto curioso, mi piace sperimentare, per cui non credo che potrei pianificare così il mio tempo. Centovetrine e qualcos’altro sì, ma non necessariamente degli altri film. Credo che bisogna sentire il bisogno di raccontare, e l’urgenza di farlo in quella forma, non in un’altra. Se avrò una storia cinematografica da raccontare tenterò di farlo nuovamente. Per il momento fammi incrociare le dita…

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato l'8 aprile 2013)


 


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